Sicuramente quando abbiamo deciso di installare il nostro pollaio da giardino nel contesto di un’area urbana, lo abbiamo fatto anche spinti da ricordi di infanzia di giorni passati con i nonni e le galline sull’aia, ricordi che poi, successivamente, ci hanno stimolato riflessioni, che potremmo definire “antropologiche”, sui cambiamenti culturali e di abitudini di vita di oggi rispetto alle generazioni che ci hanno preceduto.
In quest’ottica è dunque sicuramente molto interessante portare alla luce anche la voce della saggezza dei “nostri vecchi”, che spesso sapeva esprimersi in modo contratto ed illuminante attraverso la forma del “detto popolare” e/o del proverbio, da tramandare poi di padre in figlio.
Ecco dunque che in questo articolo vogliamo trattare delle possibili problematiche legate alla gestione del pollaio in Gennaio (ovvero in inverno, quando fa più freddo), a partire proprio da alcuni proverbi raccolti nel “Dizionario dei proverbi italiani e dialettali” di Riccardo Schwamenthal e Michele L. Straniero (sulla cui copertina, forse non a caso, troviamo raffigurati proprio un uovo e una gallina).
Proverbi sul pollaio a Gennaio
Alcuni dei proverbi contenuti nel “Dizionario dei proverbi italiani e dialettali” ci parlano sia dell’inizio di un miglior periodo di deposizione delle uova con il ri-allungarsi delle giornate, sia dei problemi di gestione del pollaio nel mese di Gennaio (come mese simbolo del periodo più freddo dell’anno); eccone alcuni:
Proverbio n. 2794
Gennaio arricchisce il pollaio
Proverbio n. 2796
Gennaio avvia il gallinaio
Proverbio n. 2808
Gennaio non lascia galline nel pollaio
Genà ‘l lassa nuni galiñi an t’al polà (Piemonte)
Proverbio n. 2809
Gennaio ovaio
De jennà, ll’ôe a panà (Marche)
Gestione del pollaio nel mese di Gennaio
Nei mesi invernali, con il calare delle ore di luce, le galline riposano e la produzione di uova è ridotta o addirittura interrotta. Poi, con il crescere delle ore di luce (fotoperiodo, quindi dopo il solstizio d’inverno del 21 dicembre), le galline cominceranno a risvegliarsi da questa sorta di “letargo ovaiolo” invernale. E’ comunque bene precisare che non è tanto il freddo in se stesso il primo responsabile dell’interruzione della deposizione delle uova, quanto il calo di ore di luce, e la questione è di natura ormonale.
Se alcune razze di galline ovaiole si fermano nella produzione soltanto per una settimana, altre razze hanno un periodo di sosta più lungo, anche di un mese o più. Ed è proprio con l’arrivo di Gennaio che le ore di luce tornano ad aumentare e le galline del nostro pollaio a riprendere a fare le uova.
Allevare galline in modo naturale vuol dire anche accettare questa naturale reazione alla stagionalità. Per ovviare a questo “problema” e mantenere la produzione di uova costante anche in inverno talvolta i pollai vengono illuminati artificialmente per qualche ora, in modo tale da raggiungere comunque il fotoperiodo giornaliero di luce necessario; sicuramente è una pratica molto diversa e meno invasiva che tenere le galline 24 ore sotto i neon accesi come accade nei grandi allevamenti avicoli industriali, ma a nostro avviso è sempre un’azione umana che interferisce con l’orologio biologico dell’animale e per l’autoconsumo riteniamo sia possibile rinunciare alle nostre uova per alcuni giorni (la scelta migliore la possiamo fare “a monte”, optando per una razza di gallina ovaiola che si interrompa per il minor tempo possibile).
Alimentazione delle galline in inverno
Ci è giunta all’orecchio l’idea di aggiungere del vino rosso al pastone, per “scaldare” le galline e aiutarle nella deposizione! Niente di più folle e sbagliato… e fortunatamente ci si è fermati al vino senza invitare all’uso di distillati o grappe!
Invece, tornando seri, un possibile aiuto concreto per stimolare la produzione di uova anche in inverno potrebbe consistere nel supportare le nostre galline con una dieta maggiormente energetica, che stimoli l’incremento di grasso corporeo, aumentando le porzioni e preferendo ad esempio l’utilizzo di mangimi proteici e grassi o anche l’impiego di semi oleosi e anche dell’avena (così come abbiamo già ampiamente illustrato nell’articolo: La corretta alimentazione delle galline ovaiole).
Inoltre, durante l’inverno, data la mancanza di pascolo verde, può essere buona prassi incrementare il rifornimento di verdure (foglie di cavolo ad esempio, di cui sono golosissime!), in modo da supplire alla possibile carenza di alcune vitamine e sali minerali. Altra idea può essere quella di aggiungere alle granaglie dell’ortica essiccata o dei semi di canapa. In generale comunque, aggiungere un po’ di frutta e verdura di stagione è sicuramente un’ottima scelta, anche per preparare gli animali alla successiva stagione riproduttiva, quando avranno bisogno di essere in massima forma.
Accorgimenti importanti nella gestione del pollaio (e delle galline) in inverno
Soprattutto nelle zone in cui l’inverno è veramente rigido ci sono alcuni accorgimenti che è necessario prendere per aiutare le nostre galline a superare l’inverno, accorgimenti che le renderanno “galline felici” anche in pieno freddo stagionale.
Prestare attenzione al rischio di malattie
Il mese di Gennaio è proverbialmente tra i mesi più freddi ed umidi e per le galline del nostro pollaio è un periodo in cui sono messe a dura prova anche per ciò che riguarda la resistenza alle malattie. In questo mese (così come nei mesi particolarmente freddi e umidi) è importante che il ricovero e l’area del recinto (o del giardino) sia mantenuto particolarmente pulito (aumentando il numero di ore notturne aumenta di conseguenza il numero di ore di permanenza all’interno della casetta e sui posatoi, e dunque aumenta il quantitativo di deiezioni prodotte; inoltre la “lettiera permanente” nel recinto-giardino e negli spazi pavimentati del pollai dovranno risultare sempre ben drenati e asciutti): fondamentale prendersi quindi cura dell’igiene del pollaio per la salute delle nostre galline.
Sarà dunque fondamentale tenere quotidianamente sotto controllo le nostre galline, cercando eventuali segni di malattie in corso, in modo tale da intervenire immediatamente nella cura, evitando che la situazione peggiori e metta a rischio vitale l’animale.
Con il freddo pungente molto probabilmente le galline tenderanno a muoversi e razzolare meno dell’usuale e per questo potrebbe essere necessario indurle al movimento, ad esempio posizionando acqua, rastrelliera delle verdure e mangimi nei beccatoi in punti distanti tra loro, in modo tale da spingerle a camminare da un punto all’altro.
Garantire la disponibilità d’acqua
Importantissimo è prestare attenzione alla disponibilità d’acqua nell’abbeveratoio; in questo mese (e più in generale in inverno) potrebbe facilmente ghiacciarsi ed è quindi importante controllarlo spesso, in modo tale che le galline abbiano sempre disponibilità di acqua allo stato liquido (ricordatevi che hanno un gran bisogno di bere, anche se in quantità minore rispetto alla primavera e all’estate).
Nel caso in cui vi sia la disponibilità di corrente elettrica presso il pollaio, in condizioni meteorologiche di rigidità estrema potrebbe essere il caso di pensare di utilizzare delle ciotole riscaldate (solitamente utilizzate per cani e gatti, ma adattabili facilmente anche al nostro pollaio).
Evitare il congelamento di zampe, creste e bargigli
Nel caso di copiose nevicate sarà importante creare uno spazio o un percorso “spalato” libero da essa, in modo tale da evitare il congelamento delle zampe che potrebbe verificarsi se le galline fossero costrette per ore a muoversi all’aperto nella neve.
Idea ulteriore per aiutare i nostri animali potrebbe essere quella di inserire nel pascolo alcuni “oggetti” con bancali, ceppi e grossi rami che siano sollevati da terra e più alti della neve, in modo da fungere da “rifugio” non ghiacciato per dare sollievo alle zampe.
Inoltre nel caso di temperature sotto gli 0°C, sarà importante contrastare il congelamento di creste e bargigli utilizzando della vaselina o dell’olio d’oliva da applicare sulle zone sensibili al freddo; vaselina e olio potranno essere spalmati di notte, dopo che le galline sono andate a dormire, quando sono più docili e tranquille. Da tenere presente che per le razze con creste e bargigli più grossi il rischio di congelamento è ovviamente maggiore (e quindi nel gallo ancora di più, sempre per le maggiori dimensioni).
Salvaguardare le uova da congelamento e rottura
Qualora le condizioni di freddo fossero veramente estreme, sarà importante raccogliere immediatamente le uova nel nido in modo tale che non si congelino rischiando anche di rompersi (le uova sono composte da 75% circa di acqua!).
Valutare con attenzione l’eventuale opportunità di riscaldare il pollaio
Il nostro consiglio è quello di acclimatare gradualmente le galline al clima più freddo procedendo a chiudere nel pollaio eventuali aperture e correnti d’aria, nonché a creargli intorno ulteriori barriere di riparo (anche tenendo conto dell’eventuale peso della neve sul tetto della casina, valutandone bene la “capacità di carico”).
Se pensate che il vostro ricovero non sia sufficientemente coibentato, potreste intervenire facilmente in modo manuale e fai-da-te inserendo uno spessore/imbottitura fatto con la paglia, necessariamente pulita e asciutta.
Altro aspetto del pollaio da valutare in inverno e che spesso si trascura è l’altezza. L’aria calda, come è risaputo, tende a salire verso l’alto, quindi un pollaio con un soffitto molto alto disperderà molto più calore rispetto ad uno con il tetto basso, che invece favorisce maggiormente il ristagno di aria calda ad “altezza galline”.
Quindi, se avete un pollaio molto alto potreste valutare di intervenire per tempo abbassando “artificialmente” il soffitto con delle tavole di compensato, da rimuovere poi una volta passata la stagione fredda.
Le galline tenderanno poi ad appollaiarsi e addormentarsi più vicine tra loro, per tenersi caldo reciprocamente, e quindi anche il solo intervento di maggior contenimento del loro calore all’interno del pollaio potrà risultare molto importante (tenendo conto che ogni gallina riesce a sviluppare l’equivalente di 10 Watt di calore, sarà importante adottare soluzioni di isolamento termico per evitare la dispersione di questo calore naturale).
Ma attenzione: ridurre le correnti d’aria e migliorare l’isolamento termico non vuol dire eliminare l’areazione dal pollaio; sarà essenziale lasciare una buona circolazione d’aria interna a garanzia della salubrità delle galline (ottima in tal senso la finestrella con apertura a vasistas che direziona l’area fredda verso l’alto mescolandola a quella calda senza colpire direttamente gli animali). Un eccesso di formazione e ristagno di ammoniaca nell’ambiente del ricovero notturno può causare svariati disturbi molto seri (da complicanze visive e respiratorie fino addirittura a ustioni della pelle). Ricordiamoci sempre che le galline che sono acclimatate a dormire all’aperto anche nei mesi invernali saranno galline ruspanti sane e robuste (importante prestare attenzione alla scelta delle razze avicole quanto più possibili locali o comunque adeguate allo specifico microclima).
Qualora poi si ipotizzi l’impiego di una stufetta elettrica per riscaldare l’ambiente, bisogna in primo luogo esaminare le condizioni di sicurezza e le garanzie di stabilità.
Le condizioni di sicurezza sono da valutare in termini di rischio di incendio (legno, trucioli, paglia o altri materiali presenti all’interno del pollaio sono facilmente infiammabili).
Le garanzie di stabilità sono altrettanto importanti perché nel caso di black-out si potrebbe avere un calo improvviso della temperatura nel pollaio il che potrebbe provocare uno shock termico a cui le nostre galline non riuscirebbero a reagire, soprattutto se l’assenza di luce avviene a notte fonda.
Prestare attenzione ad eventuali ostacoli per i raggi di sole
Durante l’inverno le ore di sole andranno sfruttate al meglio e sarà quindi importante prestare attenzione ad eventuali piante o altri ostacoli che possano in qualche modo produrre ombra indesiderata sul nostro pollaio.
Il sole in inverno ha una traiettoria molto bassa e una siepe che in estate non farà ombra in inverno potrebbe invece frapporsi tra il sole e il pollaio in modo inatteso e indesiderato. Importante dunque valutare anche eventuali interventi di potatura o, meglio, scegliere di circondare il nostro pollaio con piante con foglie caduche. Un bagnetto di sabbia e cenere al tepore del sole deve essere garantito anche in inverno (e coperto con una piccola tettoia dalla pioggia) e sarà un toccasana essenziale per le nostre galline.
Valutare l’eventuale necessità di un maglioncino in lana
Tra il serio e il faceto, se fa molto freddo potreste valutare anche questa eventualità 🙂
… magari contattando Nicola e sua madre che realizzano maglioncini di lana per galline reduci dall’allevamento in batteria 🙂
Ma quali sono le razze di galline più adatte per climi freddi?
Questa è una domanda che ci è stata rivolta recentemente da un nostro lettore che, giustamente, era preoccupato per la salute delle proprie galline nei mesi invernali, trovandosi il pollaio a circa 1.000 metri di altitudine s.l.m.
In generale tutte le razze rustiche (come possono esserlo la Polverara, la Livorno, la Amburgo, ecc.) resistono abbastanza bene anche alle temperature rigide, ovviamente mettendo in pratica tutte le precauzioni e le attenzioni che abbiamo indicato in modo approfondito nella parte precedente di questo articolo.
Altra razza notevolmente robusta è l’Italiana Barrata (appellativo locale della Plymouth Rock barrata) che nel 1938 fu sottoposta, con successo, anche ad un esperimento di allevamento in Alta Val di Susa ad una quota di ben 1.865 metri s.l.m.
Se poi, infine, volete stare proprio tranquilli, potete prendere delle razze adatte a vivere a latitudini molto più estreme delle nostre, come la Chantecler (razza creata appositamente per resistere al clima freddo del Canada), la Dominicana (razza che sopporta bene i freddi inverni del Nord America), o la Siberiana Calzata (progenitrice di molte attuali razze russe).
Ho letto tutto il vostro articolo, COMPLIMENTI! Ottimi consigli ! Da 45 anni non ho più galline , ma quando andrò in pensione voglio rifare il pollaio e seguirò i vostri consigli. Grazie Stefano
Salve Stefano, grazie infinite davvero per il tuo apprezzamento, ci ha fatto molto piacere! Ti auguriamo di poter rifare quanto prima un tuo pollaio, che da davvero tante soddisfazioni! 🙂 Grazie ancora e buona domenica!
Salve, sono una nonna che, per far felice la nipotina (e se stessa) una decina di giorni fa ha acquistato un piccolo pollaio in internet (è un pollaio in legno, dotato di “corsa”, proveniente dall’Inghilterra, modello Windsor) e preso tre galline, una bianca, credo livornese, e due “nanine” forse del Mugello (così mi hanno detto). Ho scoperto casualmente questo sito e lo considero fonte di informazioni interessanti e importanti per chi, come me, intenda allevare galline solo per il piacere di averle intorno. Vivo in Toscana, in bassa collina e ho collocato il pollaio in giardino, esposto a sud, circondandolo con una rete di recinzione per garantire un’ulteriore protezione da eventuali predatori. Sembra che le galline, anzi giovani pollastre, si siano ben ambientate e mangino con piacere sia il misto di semi che distribuisco due volte al giorno, sia la zucca e le foglie di cavolo e/o insalata che metto occasionalmente. Ora sono preoccupata per la frequente pioggia di questi giorni perché il pollaio ha un ricovero dotato di posatoi e anche di una sporgenza laterale con due nidi, dove le galline vanno a dormire. La mia preoccupazione è dovuta all’ingresso, sempre aperto, perché, quando c’è vento forte, temo che la pioggia che cade obliquamente possa entrare all’interno e bagnare le galline… Provengo da una famiglia di origini contadine ma non so niente di allevamento, quindi vi sarei molto grata se poteste darmi informazioni sui possibili rischi per la salute delle galline causati dall’esposizione alla pioggia. Sono graditi anche consigli su eventuali accorgimenti da adottare. Saluto cordialmente e auguro buon lavoro. Rosanna
Buongiorno Rosanna, che bel regalo per la sua nipotina!!! 🙂 Complimenti! E grazie anche per l’apprezzamento verso il nostro sito.
Per quanto riguarda la sua domanda, comprendiamo il suo timore, ma l’evento meteorologico di acqua con forte evento è comunque qualcosa che non si verifica molto di frequente e le galline comunque non soffrono così tanto l’acqua “una tantum”, ma più che altro gli ambienti costantemente umidi… Inoltre le galline, quando sono dentro al pollaio, se sono infastidite dalle gocce che entrano dalla finestrella si spostano verso il lato opposto, e quindi l’acqua che le bagna è veramente pochissima (e comunque hanno il manto che le protegge!). Pensi che le nostre sono galline che amano dormire sugli alberi, e dunque anche con il brutto tempo se ne stanno lì sui rami all’aperto…
Detto questo, sperando di averla tranquillizzata un po’ su questo problema, potrebbe chiamare un falegname (o comunque un appassionato di fai da te) e far costruire sopra la finestrina una sorta di piccola tettoia anti-pioggia, meglio se rimovibile per quando poi arriva la bella stagione (e meglio non chiudere del tutto l’apertura d’aria). Una soluzione più sbrigativa e improvvisata potrebbe essere quella di appoggiare una grossa tavola al pollaio, in diagonale dal tetto al terreno, sul lato della finestrella. Un intervento semplice ma che dovrebbe essere efficace, da mettere in pratica nei giorni di brutto tempo.
Un cordiale saluto e felici festività! 🙂
Da vari anni possiedo galline e per la prima volta proprio ora una gallina del tipo americano (cioè razza piccolina) si è messa a covare! Cosa faccio? Lascio che covi? Esiste la possibilità che i pulcini sopravvivano considerato che abito in Friuli Venezia Giulia e questa settimana di notte la temperatura è scesa a -6 gradi? Il pollaio è piccolino e abbastanza ben riparato e in tutto vi abitano due galline e un gallo. Grazie infinite ????
Ciao Lidia, un po’ inusuale che la gallina abbia deciso di covare con questo freddo, ma tant’è, natura ha deciso! 🙂
Nel pollaio potresti inserire una lampada a infrarossi per riscaldare un po’ l’ambiente (se all’interno del pollaio ci fossero circa 10° potrebbe già andare bene); la lampada disponila in alto, non troppo vicino alla gallina. Meglio comunque sarebbe se tu potessi spostare e isolare la chioccia in un altro ambiente (caldaia, garage), dove sta più tranquilla, più al caldo e separata dal resto del gruppetto (se deciderai di spostarla, fallo di notte e assicurati di averle preparato un giaciglio morbido e accogliente). I pulcini infatti sarebbe meglio che per un mesetto stessero in luogo protetto soli con la mamma chioccia. Attenzione poi a quando li riunirai al gruppo dove c’è anche il gallo… (a proposito: 1 gallo per 2 galline non va bene, si crea dello stress in tutti gli animali. Per ogni gallo ci vorrebbero almeno 8 galline).
Un caro saluto e buona covata!
Ciao a tutti, sono nuova sia nel sito che nell’allevamento delle galline. L’estate scorsa ho messo in incubatrice alcune uova di gallina araucana. Sono nati 6 meravigliosi pulcini che hanno già cominciato a fare le uova. Ho costruito un bel pollaio ma la zona notte non è coibentata. Vorrei sapere se ora che scenderanno parecchio le temperature non sia il caso di metterci una lampada riscaldante. Grazie!! Ciao a tutti.
Ciao Savina, le galline in generale resistono bene al freddo, non dovrebbero avere problemi. Poi dipende anche da dove abiti e quanto sotto zero va la temperatura.
Un saluto e buona giornata!
Da una decina di anni alleviamo free range ad uso famigliare una quindicina di “galline modenesi” in un frutteto certificato bio.
Il loro ricovero notturno e’ una pianta di noce, anche d’inverno.
La cova delle uova viene effettuata dalle francisine, che come chioccia sono eccezionali, e si occupano naturalmente anche della crescita dei pulcini.
Non facciamo né vaccinazioni né somministriamo antibiotici e se vediamo un animale in condizioni precarie di salute lo eliminiamo (in 10 anni, abbiamo eliminato soltanto 4 capi).
Ora abbiamo intenzione di sviluppare l’attività fino ad allevare un centinaio di galline ovaiole (modenesi); pensiamo di replicare tale metodologia di allevamento in un bosco (piantumato ad essenze a foglia caduca) realizzando un recinto di 10.000mq da dividere in 5 scomparti da 2.000mq ciascuno, dove allevare 20 galline a scomparto (visto che praticamente non abbiamo mai avuto problemi sanitari).
Siamo in pianura padana, precisamente in provincia a nord di Modena.
Un problema da affrontare sono i predatori, e in particolare la volpe; pensavamo quindi di tenere alcuni cani di mezza taglia, chiediamo se possiamo tenerli all’interno del recinto con le galline o all’esterno .
Ci farebbe piacere inoltre ricevere da un esperto alcune riflessioni sul nostro progetto, sulle criticità, ed eventuali suggerimenti. Grazie, cordiali saluti
Buonasera Wolmer, prima di tutto complimenti per il vostro allevamento, a leggerlo sembra davvero “il paese delle meraviglie delle galline” e quindi tantissimi “wow!” 🙂
Per arrivare poi ad aspetti più tecnici, come prima di cosa vi consigliamo la lettura di questo articolo dell’esperto Andrea Mangoni (anche nostro collaboratore): Allevare galline all’aperto (pro e contro), dove trovate già espresse diverse considerazioni.
Per quanto ci riguarda poi, alcune criticità potrebbero essere la grande estensione dell’area da recintare in maniera invalicabile (e da controllare spesso), l’assenza di protezione “dall’alto” (predatori alati e contaminazione con uccelli selvatici) e forse l’esiguo numero di galline per ogni scomparto (solo 20 per ogni 2.000 mq? O forse volevate scrivere 200?).
Per quanto riguarda infine la presenza di cani all’interno del recinto, se sono abituati alla presenza delle galline e non le attaccano, non dovrebbero esserci problemi, e sicuramente aiutano molto a tenere a distanza a i vari predatori selvatici.
Per il momento è tutto. Restiamo a disposizione per altri eventuali approfondimenti.
Un cordiale saluto, buon lavoro, e felice 2019!
Buongiorno, io ho 25 galline ovaiole che dormono e depongono nel pollaio di muratura che ha un piccolo passaggio dove loro entrano e un recinto esterno. Sono in Romagna e non è freddissimo; vorrei sapere quanto devono mangiare al giorno perché sono sempre affamate. Io gli do al mattino crusca, mangime ovaiolo, mais frantumato e a volte granaglie miste, faccio un misto e a pomeriggio mais e erbe di campo, ma vorrei sapere le quantità.
Ho ereditato il pollaio da mia suocera e mi piace tanto continuare.
Buongiorno Loriana, intanto siamo felicissimi che lei voglia continuare a tenere il pollaio e le galline come faceva suo suocera; è un bellissimo hobby e avrà sempre tante uova fresche e genuine con cui preparare ottime ricette! 🙂
Per venire alla sua domanda, la invitiamo alla lettura di un articolo dove troverà tutte le informazioni che cerca; ecco il link: La corretta alimentazione delle galline ovaiole (cosa dar loro da mangiare e quantità).
Buonasera, con mia moglie abbiamo deciso di fare l’esperienza di alcune (due/tre) galline ovaiole. Ho organizzato un angolo in giardino recitato ed un pollaio fai da te con tettoia, bastone per appoggio e cassette per la posa delle uova. Siccome la recinzione esterna non è completamente chiusa in alto è possibile una intrusione di predatori. La notte le devo “chiudere” nel pollaio o vanno lasciate libere? Non vorrei adottare dei comportamenti non idonei o dannosi per la loro salute, per la preoccupazione di proteggerle da possibili predatori. Grazie per la risposta. Saluti
Buongiorno Enzo, la notte le galline solitamente fanno ritorno da sole dentro la casetta, che dovrebbe essere chiusa per non far entrare appunto i predatori e solo con delle fessure per la circolazione dell’aria. Se le galline avessero la tendenza a dormire fuori, ad esempio su un alberello, ma il suo recinto non è a prova di predatore, allora sconsigliamo ovviamente di lasciarle lì. Dal tramonto all’alba le galline dormono, quindi farle stare dentro la casetta va benissimo. Se fosse un problema alzarsi presto tutte le mattine per andarle a liberare, può sempre installare una porticina automatica. Un caro saluto.