La gallina ovaiola nera del Valdarno | TuttoSulleGalline.it
Due splendidi soggetti di razza Valdarno nera cresciti dall'allevatore Maurizio Tona (www.pollichepassione.it).
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La gallina ovaiola Valdarno nera (così come la Livornese bianca) è molto rinomata tra le galline ovaiole per le sue grandi capacità di deposizione; peraltro inizia a deporre molto precocemente (dal quinto mese di vita, uova dal guscio bianco). E’ anche tenuta in alta considerazione per la sua bellezza ed infatti rientra tra le razze avicole più premiate per l’aspetto elegante e il suo carattere esuberante.

La Valdarno nera può ricordare la Livorno nera, ma pur a fronte di questa apparente somiglianza, ha ben determinate caratteristiche che la rendono unica nel panorama avicolo.

La Valdarno nera (da non scambiare con la Valdarnese bianca) ha infatti di colore quasi nero sia gli occhi, sia il becco, che i tarsi (color ardesia) e soprattutto ha la pelle bianca. Nulla ha da invidiare alla francese Bresse, che i francesi hanno però valorizzato con la denominazione di origine protetta (DOP) e addirittura, secondo alcune teorie, quando la Bresse andò vicino all’estinzione, fu proprio la Valdarno nera ad essere esportata oltralpe per contribuire alla sua rinascita.

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Gallina Valdarno nera: origine e tutela della razza

All’inizio del XX secolo la Valdarno nera era comunemente allevata in Toscana nella valle del fiume Arno (sia nel Valdarno, sia nella pianura pisana sempre attraversata dallo stesso fiume). Le sue origini non sono conosciute con esattezza e col passare del tempo la diffusione di questa razza avicola non si consolidò, fino ad arrivare all’estinzione nei primi anni del secolo scorso.

Dalla fine degli anni novanta però, grazie alla passione dell’allevatore Fabrizio Focardi c’è stato il recupero della Valdarno nera.
Focardi ha incrociato la razza Bresse con esemplari autoctoni di Valdarno nera (rinvenuti presso l’allevamento di Gabriele Fratalocchi, nella campagna senese) e con esemplari di razza Castigliana e così facendo, nel 1998, la gallina ottenuta è stata di nuovo riconosciuta come Valdarno nera (in occasione dei Campionati Italiani di Reggio Emilia), in conformità allo standard redatto e ufficializzato dalla Società Italiana di Avicoltura (SIA) nel 1905 e tutt’ora in voga.

Dal 2002 al 2005, presso l’Istituto Tecnico Agrario di Firenze e con il contributo del Consorzio del Marchio Storico Chianti Classico, è stato realizzato il Progetto “Gallo Nero”, finalizzato al recupero e alla valorizzazione di due razze storiche toscane, la Valdarno nera e la Livornese nera. Responsabile Scientifico del progetto è il prof. Mario Giannone, docente di Zootecnia presso il medesimo Istituto Agrario. Al progetto ha collaborato anche lo stesso Fabrizio Focardi.

L'allevatore Focardi con il gallo nero del Valdarno, Adolf.
L’allevatore Focardi con il “gallo nero” Adolf (da www.agraria.org/gallonero/)

Gallina Valdarno nera: lo standard italiano FIAV

La Valdarno nera rientra nella categoria delle razze mediterranee leggere (che infatti sono generalmente le razze ovaiole per eccellenza; l’energia derivante dal cibo non la utilizzano mettendo su carne e quindi, per questa ragione, hanno una struttura fisica più minuta rispetto alle razze pesanti).

Ecco di seguito lo Standard Ufficiale Italiano “Razza Valdarno” così come risultano nell’elenco della FIAV (con la sola colorazione nera):

Standard Italiano delle razze avicole FIAV (copertina)

Ecco un breve estratto dello Standard Ufficiale:

I – GENERALITA’
Origine: Italia centrale, più precisamente nella valle del fiume Arno, in Toscana.
Uovo: Peso minimo g. 55 – bianco.
Anello: Gallo: mm. 18 – Gallina: mm. 16
II – TIPOLOGIA ED INDIRIZZI PER LA SELEZIONE
Pollo di tipo campagnolo, robusto e vigoroso. Era comunemente allevato in Toscana e particolarmente ricercato per l’ottima qualità della carne. Estinta, è oggi recuperata grazie all’impegno di Fabrizio Focardi e riapparsa, per la prima volta, ai Campionati italiani federali del 1998. Mantenere alta e precoce la deposizione. precocità anche nell’impennamento che va ricercata in ambo i sessi.
III – STANDARD – ASPETTO GENERALE E CARATTERISTICHE DELLA RAZZA
1) – FORMA
Tronco: Abbastanza lungo e largo, deve però mantenere compattezza.
Testa: Elegante, relativamente grande e forte.
Becco: Lungo, leggermente curvo. Nero.
Occhi: Grandi, prominenti. Di colore da rosso arancio a rosso scuro.
Cresta: Semplice, leggermente superiore alla misura media; di colore rosso vivo; cinque o sei denti ben disegnati: radiali all’occhio, profondi e con base larga preferibilmente uguale in tutti i denti; lobo che segue la linea della nuca senza toccarla. Portata perfettamente diritta nel gallo e graziosamente piegata su un lato, dopo il secondo dente, nella gallina.
Bargigli: Abbastanza lunghi, ben distesi e non aperti davanti, privi di pieghe sia orizzontali che verticali; di colore rosso vivo.
Faccia: Rosso vivo, liscia, e senza piume.
Orecchioni: Ovali, lisci e vellutati, privi di pieghe. Bianco porcellana.
Collo: Di media lunghezza, forte, elegantemente arcuato e con folta mantellina.
Spalle: Larghe.
Dorso: Non troppo lungo, largo in corrispondenza delle spalle, non deve restringersi troppo verso la groppa; leggermente inclinato verso la coda nel gallo; quasi orizzontale nella gallina.
Ali: Piuttosto lunghe portate orizzontali e ben aderenti al corpo.
Coda: Non voluminosa, portata alta con un angolo, con la linea del dorso, di 65/70° nel gallo e di 50/55° nella gallina; preferibile che formi una linea arrotondata con il dorso. Timoniere ben soprammesse e non troppo aperte. Falciformi lunghe e ben ricurve.
Petto: Rotondo e portato abbastanza alto.
Zampe: Gambe carnose, forti, in vista ma con la parte vicina all’attaccatura che resta nascosta nel tronco. Tarsi di color ardesia scuro, leggermente più corti della Livorno, forti, lisci, senza piume; quattro dita..
Ventre: ben sviluppato e pieno specialmente nella gallina.
Pelle: Bianca.
Difetti gravi: Cresta poco sviluppata; petto scarso.
2) – PESI:
– Gallo: Kg. 2,5 – 2,8
– Gallina : Kg. 2,0 – 2,3
Difetti gravi: Cresta poco sviluppata, piegata nel gallo o dritta nella gallina; petto scarso. Coda a scoiattolo. Orecchioni macchiati di rosso.
3) – PIUMAGGIO: Abbastanza largo, non troppo morbido, ben aderente al corpo, non deve creare rigonfiamenti sia nel gallo che nella gallina.
4) – COLORAZIONI:
Nei due sessi piumaggio interamente nero intenso e brillante con riflessi verdi. Piumino da ardesia a nero.
Difetti gravi: Piumino biancastro. Punte delle timoniere e remiganti biancastre; piumaggio opaco; riflessi bluastri. Tracce bruno/rossastre nella sella e nella mantellina del gallo.

NB: Per continuare a leggere tutto il testo dello Standard Ufficiale vi invitiamo a scaricare il relativo PDF dal link poco sopra.

Gallina Valdarno nera: comportamento

La Valdarno nera è una gallina molto vivace. E’ sia una grande pascolatrice sia una buona volatrice. Come tutte le razze rustiche necessita di ampi spazi aperti (non è in tal senso una razza che possa essere allevata negli allevamenti intensivi perché deperirebbe e assumerebbe comportamenti stressati e nervosi). E’ una gallina ruspante, campagnola e amante della libertà.

Galli di razza Valdarno nera

Gallina ovaiola Valdarno nera: le uova

Le uova della Valdarno hanno il guscio bianco candido (così come quelle della Padovana e di altre razze avicole rustiche italiane, a cui abbiamo già accennato in precedenza in questo articolo) e hanno un peso medio di circa 55 gr. (rientrano nella categoria delle uova medio-grandi).

Gallina ovaiola Valdarno nera: la razza del marchio “Gallo nero”

La Valdarno nera ha un’unica colorazione: è nera (intensa, brillante  e dai riflessi verdi). E questa sua caratteristica cromatica è famosa nel mondo, in quanto identifica a livello internazionale uno dei prodotti vinicoli italiani che maggiormente si identificano con il territorio toscano: il Chianti “Gallo nero” ovvero il marchio che da sempre distingue le bottiglie di Chianti Classico.

Chianti Classico Gallo Nero di razza Valdarno

Il marchio “Gallo Nero” è un simbolo storico dell’antica Lega Militare del Chianti ed è presente sul soffitto del Salone dei Cinquecento, nel fiorentino Palazzo Vecchio, riprodotto da Giorgio Vasari.

Il Gallo Nero che compare nell'affresco del Vasari sul soffitto del Palazzo dei Cinquecento di Firenze

Sul sito del Consorzio Chianti Classico è riportata la leggenda ambientata nel periodo medievale che si riferisce alla vicenda che nella storia ha determinato la definizione dei confini politici del territorio chiantigiano… e fu proprio il comportamento di un gallo nero a deciderne il destino:

“La leggenda narra che nel periodo medievale, quando le Repubbliche di Firenze e Siena si combattevano aspramente per prevalere l’una sull’altra, il territorio del Chianti, proprio perché intermedio alle due città, fosse oggetto di dispute pressoché continue. Per porre fine alle contese e stabilire un confine definitivo, venne adottato un bizzarro quanto singolare sistema. Si convenne di far partire dai rispettivi capoluoghi due cavalieri e di fissare il confine nel loro punto d’incontro. La partenza doveva avvenire all’alba e il segnale d’avvio sarebbe stato il canto di un gallo. Decisione, quest’ultima, in linea con i costumi del tempo, quando ancora i ritmi quotidiani erano scanditi dai meccanismi naturali. Nei preparativi dell’evento doveva pertanto essere decisiva la scelta del gallo, più che quella del destriero e del cavaliere. I senesi ne scelsero uno bianco, mentre i fiorentini optarono per uno nero, che tennero chiuso in una piccola e buia stia pressoché digiuno per così tanti giorni da indurlo in un forte stato di esasperazione.

Il giorno fatidico della partenza, non appena fu tolto dalla stia, il gallo nero cominciò a cantare fortemente anche se l’alba era ancora lontana. Il suo canto consentì quindi al cavaliere di Firenze di partire immediatamente e con grande vantaggio su quello senese, che dovette attendere le prime luci del giorno, quando il suo gallo, cantando regolarmente, gli permise di partire. Ma dato il notevole ritardo che aveva accumulato nei confronti dell’antagonista, il cavaliere senese percorse solo dodici chilometri in solitudine, poiché a Fonterutoli incontrò l’altro cavaliere.

Fu così che quasi tutto il Chianti passò sotto il controllo della Repubblica Fiorentina, molto tempo prima della caduta di Siena stessa.”

E ora, perché non assaporare dell’ottimo Chianti Classico?

Dopo tutta questa fantastica storia sul Gallo Nero simbolo del Chianti Classico, perché non ordinarne qualche bottiglia per gustare anche con il palato questa incredibile storia secolare, che intreccia vino e galline? 🙂

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