Normativa e Regolamento per la costruzione di un pollaio domestico | TuttoSulleGalline.it
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Sicuramente questo è l’aspetto meno entusiasmante del processo di realizzazione di un pollaio domestico – in quanto avremo da confrontarci con leggi, normative, regolamenti e burocrazia varia – ma è l’aspetto legale determinante “a priori” per poterlo poi realizzare in tutta tranquillità e nel totale rispetto delle regole e del “buon vicinato”.

Ed è tanto importante quanto, allo stesso tempo, molto poco noto, anche magari per coloro che da sempre ne hanno avuto uno e hanno accudito galline; ecco allora che in questo (lungo) articolo approfondiremo bene tutti gli aspetti della normativa che regola i pollai domestici.

Questi aspetti normativi sono gli aspetti più pratici da verificare e rispettare nell’ambito di una più ampia riflessione che prende in esame l’evoluzione del rapporto uomo-animale, l’evoluzione della giurisprudenza  italiana sul tema galline-pollaio e i contenuti del “Codice Civile” e del “Codice di Procedura Civile” che disciplinano aspetti specifici inerenti il benessere animale e il diritto di coabitazione uomo-animale.

Ecco quali informazioni sulla normativa riguardante i “pollai domestici” troverai in questo articolo

Di seguito quindi tutte le informazioni utili per sapere con certezza cosa fare per essere in regola nell’allestimento di un pollaio domestico, se si possono tenere le galline in un centro abitato e quante per uso domestico, quale deve essere la distanza dal confine con la proprietà dei vicini e quale quella minima tra il pollaio e la propria abitazione.

In primo luogo è essenziale distinguere i tre diversi ambiti normativi a cui sono soggetti i pollai domestici per autoconsumo (pollaio per uso familiare):

  • la normativa (nazionale) finalizzata al monitoraggio dello stato di salute della popolazione avicola: punto di vista veterinario;
  • la normativa (comunale) finalizzata all’igiene e sanità pubblica: punto di vista della salute umana (dei detentori stessi e di tutti i cittadini residenti nel Comune);
  • la normativa (comunale) in materia di edilizia: solo nel caso in cui siano realizzate opere in muratura o strutture (anche in legno) con dimensioni e copertura tali da costituire cubatura.

Un quarto ambito di cui tener sempre conto, al di là di ogni normativa, è quello che ricade sotto il grande cappello delle regole di buon vicinato e di buon senso; riteniamo che al fine della buona riuscita del nostro pollaio domestico sia un parametro fondamentale di cui tener conto, per evitare inutili stress e affinché una cosa bella come l’accudire alcune galline non si trasformi in breve tempo in un’esperienza assai spiacevole e fonte di attriti.
Sarà quindi essenziale gestire bene il nostro pollaio curando l’igiene del pollaio per la salute delle nostre galline e per il rispetto delle regole di buon vicinato.

Pollai da Giardino e Accessori per allevare Galline

NORMATIVA NAZIONALE sul pollaio domestico finalizzata al monitoraggio dello stato di salute della popolazione avicola

A livello nazionale la normativa di riferimento per i pollai domestici destinati all’autoconsumo è il Decreto Legislativo 16 marzo 2006, n. 158. Nel Decreto viene in primo luogo definita “l’azienda” come “qualsiasi luogo, anche all’aria aperta, in cui gli animali sono allevati, o detenuti, anche transitoriamente” (indipendentemente dalla distinzione tra pollaio domestico di privati cittadini o pollaio con scopi di produzione e vendita realizzato nell’ambito di un’attività economica).

È poi all’Art. 14 comma 1, relativo all’Autocontrollo, che viene introdotta la necessità di registrazione presso il servizio veterinario dell’azienda unità sanitaria locale (Azienda USL):
Art. 14 – comma 1: “Il titolare dell’azienda di cui all’articolo 1, comma 3, lettera a), se non già registrato presso il servizio veterinario dell’azienda unità sanitaria locale competente per territorio ai sensi delle normative vigenti, deve chiedere la registrazione presso il predetto servizio.”
La terminologia “Se non già registrato” sottintende che qualora il pollaio già esistesse ma la registrazione non fosse stata fatta, sarebbe necessario farla.

Nella pratica, questa normativa si traduce nel recarsi presso il servizio veterinario dell’Azienda USL competente per il territorio e compilare il modulo di “Richiesta di registrazione per le aziende di allevamento presso i servizi veterinari delle aziende sanitarie locali” (Art. 14 comma 1 D.Lgs 158/2006).

Nel modulo vanno semplicemente inseriti i dati anagrafici del titolare (anche semplice privato cittadino in qualità di persona fisica e non necessariamente legale rappresentante di un attività economica), l’indirizzo di ubicazione del pollaio domestico e il numero di animali che si intendono allevare per ogni specie (infatti questo stesso modulo è quanto serve non solo per galline ovaiole, ma anche per altri “animali di bassa corte” come colombi, tacchini, anatidi, conigli, nonché altre specie animali quali bovini, ovini, caprini, suini, equini, api, struzzi e altro).
Se avete in mente di realizzare un piccolo pollaio familiare composto da avicoli di specie diversa vi consigliamo la lettura del seguente articolo: Differenze di allevamento tra galline, anatre, oche, faraone e tacchini.

Nel modulo di richiesta dovrà inoltre essere indicata la finalità per la quale vogliamo realizzare un pollaio domestico, e qui dovremo dunque specificare “per autoconsumo” (qualora nel vostro caso si trattasse di una finalità diversa dall’autoconsumo, sarà necessario specificarla in dettaglio).

Alla consegna del modulo compilato, al nostro piccolo pollaio domestico verrà attribuito un codice aziendale. Nel caso di variazioni (specie in caso di incremento del numero di esemplari) è previsto che questa registrazione venga aggiornata, ai fini della comunicazione del nuovo numero (o anche nel caso dell’introduzione di nuove specie).

Tale modulo deve essere obbligatoriamente compilato anche per una sola gallina ovaiola e fino ad un massimo di 250; al di sopra di questo numero di esemplari entrano in gioco ulteriori normative in quanto si va a ricadere nei regolamenti previsti per gli stabilimenti produttivi commerciali di medie e grandi dimensioni.

Quindi, in sintesi, nel caso di pollaio in cui sono allevati o custoditi:

fino a 250 volatili Gallus gallus: può trattarsi sia di autoconsumo sia di stabilimento produttivo di uova destinate al consumo umano e si applica il Decreto Legislativo n. 267 29 Luglio 2003, che prevede la semplice registrazione di cui sopra;

tra 250 e 350 volatili Gallus gallus: trattasi esclusivamente di stabilimento produttivo di uova destinate al consumo umano e si applica il Decreto 26 settembre 2000, n. 339 che prevede che venga inviata apposita comunicazione al servizio veterinario;

oltre 350 volatili Gallus gallus: trattasi esclusivamente di stabilimento produttivo di uova destinate al consumo umano e si applica il Decreto Legislativo 29 luglio 2003, n. 267 che prevede che venga inviata altra specifica comunicazione contenente la dichiarazione di conformità dell’allevamento ai requisiti relativi al benessere animale ai sensi del medesimo Decreto Legislativo.

Lo scopo e le sanzioni previste dalla normativa nazionale sui pollai domestici finalizzata al monitoraggio dello stato di salute della popolazione avicola

La registrazione, prevista dal Decreto Legislativo 16 marzo 2006, n. 158, nasce dalla volontà e necessità del legislatore di conoscere e censire le aziende di allevamento di animali per attività di monitoraggio dello stato di salute della popolazione avicola.

Tale necessità è stata riconosciuta dal legislatore già con il vecchio, ma sempre in vigore, Testo Unico delle Leggi Sanitarie (T.U.LL.SS.) del 1934, che prevede appunto l’obbligo, per il titolare, di segnalare all’autorità sanitaria (allora il podestà, oggi il sindaco) l’attivazione degli allevamenti di animali.

Oggi il D.lgs n. 158/2006, nonché le specifiche normative in materia di anagrafe animale (D.P.R. 317/96 ed altre), riprendono questo concetto ed hanno identificato nei servizi veterinari dell’azienda unità sanitaria locale, gli uffici deputati a ricevere le richieste di registrazione per le “aziende” di allevamento, indipendentemente dalla finalità dell’allevamento stesso (animali d’affezione, autoconsumo o produzione).

I principi già presenti nella normativa nazionale sono stati confermati della nuova normativa europea in materia di sicurezza alimentare, il cosiddetto “pacchetto igiene”; infatti le aziende di allevamento di animali produttori di alimenti per l’uomo vengono definite dal Regolamento (CE) n. 852/2004 del 29 aprile 2004, “imprese alimentari di produzione primaria”, e come tali, sono soggette all’obbligo di registrazione presso i servizi veterinari delle ASP (autorità competente) ai sensi dell’art. 6 di detto Regolamento.

Ad esempio, nel caso di diffusione di aviaria (o altro) sarà importante essere registrati e poter così essere sottoposti all’eventuale controllo veterinario.

Abbattimenti selettivi di galline finalizzati al controllo della diffusione della malattia aviaria da virus A (H5N1)
Abbattimenti selettivi finalizzati al controllo della diffusione della malattia aviaria da virus A (H5N1)

Importanza del codice aziendale

In mancanza di registrazione e in assenza quindi dell’attribuzione del codice aziendale, gli animali non possono essere introdotti nell’azienda; gli stessi consorzi agrari in fase di acquisto vi chiederanno il codice aziendale (senza il quale non potranno cedervi alcun animale).
Il codice aziendale è inoltre richiesto in caso di necessità di somministrazione e acquisizione di farmaci.

Sanzioni Amministrative

I titolari di aziende di allevamento che non abbiano provveduto a registrare la propria azienda al Servizio Veterinario sono puniti con una sanzione amministrativa pecuniaria che può variare da un minimo di 5.164 € a un massimo di 30.987 € (art. 14, comma 1 e art. 32 del D.Lgs n. 158/2006).
Inoltre, in relazione alla tipologia di allevamento ed alle specie animali allevate, potranno essere applicate sanzioni specifiche e/o provvedimenti di sequestro sanitario degli animali presenti.

NORMATIVA COMUNALE sui pollai domestici finalizzata all’igiene e sanità pubblica

A differenza della normativa nazionale, che, come abbiamo appena visto nel paragrafo precedente, disciplina il monitoraggio dello stato di salute della popolazione animale, la normativa relativa alla salute umana è disciplinata a livello locale dai Comuni (nello specifico dal Sindaco, in quanto primo responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio, quale primus inter pares).

È quindi responsabilità e competenza dei Comuni regolamentare anche questo aspetto legato all’inserimento e allevamento di animali da cortile (o da affezione) comprese quindi anche le galline del nostro pollaio domestico.

Se i Comuni in Italia sono circa 8.000 è quindi presto detto che circa 8.000 sono i diversi “Regolamenti di igiene e sanità pubblica” approvati con Deliberazione della Giunta Comunale; laddove la materia non sia disciplinata con apposito “Regolamento di igiene e sanità pubblica” è spesso disciplinata nei “Regolamenti edilizi”, in appositi articoli dedicati all’igiene e sanità pubblica.

Le soglie di regolamentazione di ogni Comune possono quindi essere diverse e diversamente restrittive, fino addirittura a vietare la realizzazione di pollai domestici sul proprio territorio.

È quindi sempre necessario verificare quale sia il regolamento comunale del proprio territorio di appartenenza, prendendo contatto con gli Uffici Comunali preposti.

Esempio di regolamento Comunale

Di seguito un esempio abbastanza standard di regolamento, ma sicuramente non valido ovunque (teniamo sempre presente che potrebbe esserci anche il divieto assoluto):

“L’ubicazione dei nuovi allevamenti deve essere conforme ai punti seguenti:

a)  Non  sono  ammessi  allevamenti  entro  il  centro  urbano,  sobborghi  e  zone  periferiche  comunque  edificabili  previste  dal  PRG,  né  nelle  frazioni  del  Comune  e  relative  zone  di espansione, nei nuclei abitati posti anche in zone agricole e comunque all’interno delle zone indicate nel PRG vigente.

b)  L’apertura  di  allevamenti  e  ricoveri  di  animali  di  qualsiasi  specie,  ad  eccezione  di  quelli  previsti  dal  comma  seguente,  è  consentito  nelle  località  situate  al  di  fuori  delle  zone  contemplate  dal  precedente  comma  e  comunque  a  distanza  non  inferiore  a  m  1000  dai  confini esterni delle zone edificabili del centro urbano, dalla fascia urbanizzata litoranea e di tutta la sua periferia, indicate nel PRG; a m 250 per le frazioni e i nuclei abitati del forese e  deve  essere  osservata  la  distanza  di  al
meno  m  30  dalle  strade  pubbliche  e  a  m  100  da  abitazioni di terzi.

c)  L’apertura  di  allevamenti  suinicoli  ed  avicoli  che  producono  liquame è  consentita  nelle  località  situate  al  di  fuori  delle  zone  contemplate  nel  precedente  comma  e  comunque  a  distanza non inferiore a m 2000 dai confini esterni delle zone edificabili del centro urbano, dalla fascia urbanizzata litoranea e di tutta la sua periferia indicate nel PRG; a m 500 per le frazioni e i nuclei abitati del forese e deve essere osservata la distanza di almeno m 50 dalle strade pubbliche e m 200 da abitazioni di terzi.

d) I nuovi allevamenti e il trasferimento di allevamenti esistenti, devono rispettare la distanza minima  di  m  1000  dalle  zone  soggette  a  tutela  ambientale,  dalle  zone  umide,  dalle  zone  pinetate e dalle zone soggette ad erosione marina di cui alle tavole del PRG vigente.

e)  I recinti all’aperto e i ricoveri per animali devono essere dislocati al di fuori delle aree urbanizzate, lontano dall’abitazione e ubicati ad una distanza non inferiore a 10 m dalle abitazioni vicinali. E’ ammesso un numero di capi limitato all’uso familiare.”

L’indicazione relativa ai pollai (aerati e mantenuti puliti) che devono essere ubicati al di fuori delle aree urbanizzate e all’interno dei quali sarà ammesso solo un numero di capi limitato all’uso familiare e distanti dalle abitazioni vicine almeno 10 metri, è abbastanza diffusa.

Laddove le regole previste dal Comune territorialmente competente non siano rispettate (ad esempio a seguito di semplice segnalazione alla Polizia Municipale), potrebbe essere emessa ordinanza di smantellamento e rimozione del pollaio.

Laddove non ci sia una regola specifica emanata dal Comune territorialmente competente, il pollaio è realizzabile nell’assoluto rispetto delle regole di buon vicinato e di buon senso e, anche in tal caso, qualora queste non fossero rispettate, un’ordinanza del Sindaco (anche eventualmente supportata e corredata da un parere dell’Azienda USL), potrebbe imporne lo smantellamento e la rimozione.

Ci dobbiamo in tal senso comportare con la stessa accortezza e rispetto che risulterebbe necessaria in un condominio in assenza di uno specifico articolo sul regolamento condominiale… e magari donare via via qualche uovo fresco delle nostre galline ai vicini!

NORMATIVA COMUNALE in materia di edilizia del pollaio

Sicuramente, nel caso in cui si realizzi un piccolo pollaio domestico per autoconsumo, sia esso autocostruito o acquistato sul mercato, non è necessaria alcuna pratica edilizia.

Il problema si pone solo nel caso in cui si voglia procedere alla realizzazione di basamenti in cemento e di strutture chiuse in muratura.

Se possibile, dunque, meglio evitare la realizzazione di opere murarie preferendo la realizzazione di strutture semplici, il più possibile facilmente manutenibili e semplici da spostare; in tal senso, potrebbe essere una buona idea quella di utilizzare un carro di legno o vecchi automezzi su ruote “riciclati in modo creativo” (così fu fatto ad esempio nel pollaio del West Sussex, in cui, nel 2012, fu incredibilmente ritrovata il primo modello di auto Mini prodotta dalla casa automobilistica!).
Vedi a tal proposito l’articolo dedicato a come realizzare un pollaio fai da te.

Qui sotto altri esempi di pollai domestici ricavati in auto d’epoca… più o meno ben conservate! 🙂

Pollaio domestico e galline "su Volks Wagen d'epoca"
Pollaio domestico “su Volks Wagen d’epoca”
Pollaio domestico con galline ricavato dal recupero di mezza Morris Traveller del 1970
Pollaio domestico ricavato dal recupero di “mezza Morris Traveller del 1970”

Qualora si voglia comunque procedere alla realizzazione di una struttura in muratura (ad esempio per utilizzarla anche come ricovero di strumenti, attrezzature varie per il giardino, mangimi o altro), è necessario prendere visione del Regolamento Edilizio comunale e capire se l’intervento che si vuole realizzare può ricadere nelle attività di “Edilizia libera”, per la quale basta una semplice Comunicazione inizio lavori (CIL) o Comunicazione asseverata da un tecnico abilitato (CILA), oppure in altre situazioni normative, per cui può essere necessario un titolo abilitativo come la Segnalazione Certificata Inizio Attività (SCIA), la Dichiarazione Inizio Attività (DIA) o il Permesso di Costruire (PdC).

Dunque, in caso di pollaio domestico in muratura, è assolutamente consigliato informarsi attentamente sul titolo abilitativo adeguato, per non rischiare di incorrere in un abuso edilizio, seppur inconsapevolmente.

NB: Prima di procedere a qualsiasi tipo di realizzazione, e dunque prima di scegliere se farlo in muratura, legno, ferro o plastica, ci sono delle cose che dovreste valutare attentamente, soprattutto per il benessere delle future inquiline, e dunque vi consigliamo caldamente la lettura del seguente articolo: Pollaio: pro e contro di farlo in muratura, legno, metallo o plastica.

Pollaio domestico: regole di buon vicinato e di buon senso

Laddove non vi sia un esplicito regolamento, è di primaria importanza verificare il livello di accettabilità del nostro pollaio da parte del nostro vicinato.

Sicuramente andranno fatte valutazioni sia sulle emissioni odorigene (che comunque nel caso di un pollaio con un numero minimo di esemplari e ben manutenuto sono pressoché nulle: vedere L’igiene del pollaio per la salute delle nostre galline), che su quelle acustiche (l’eventuale presenza di un gallo in ambito urbano potrebbe non essere ben accetta e indurre i vicini a segnalare il disturbo alla Polizia Municipale), nonché su un problema spesso sottovalutato ma molto delicato, ovvero il richiamo di piccioni, tortore e altri volatili nei pressi del pollaio (per cui potrà essere necessario predisporre apposite voliere ben inserite nel contesto urbano anche da un punto di vista dell’impatto visivo).

Insomma, come in tutte le cose della vita quotidiana, il criterio di riferimento dovrebbe essere il seguente: “la nostra libertà di realizzare un pollaio domestico finisce dove intacca la libertà dei nostri vicini (che non devono subire odori, rumori o invasioni di piccioni)“.

Pollaio domestico e rapporti di buon vicinato
Rapporti di buon vicinato: Ned Flanders e Homer Simpson – Episodio 16 Stagione 27 (2016)

Tutte le situazioni di potenziale disturbo e danno ad altri è quindi bene che siano valutate ed accuratamente evitate.
Potrebbe non essere una brutta idea prendere contatti con i propri vicini descrivendo l’idea del pollaio e cercare di coinvolgerli nel vostro progetto, prendendo in primo luogo accordi preventivi sull’eventualità di rinunciare al progetto qualora si manifestassero forme di disturbo non previste e/o inaccettabili.

Questo accordo preventivo è a nostro avviso determinante; rassicurerà il vicinato e stabilirà un criterio di comportamento da seguire “in caso di emergenza”.

Possiamo dare diretta testimonianza di un nostro piccolo pollaio domestico (con soli due esemplari di galline ovaiole ruspanti) realizzato in pieno centro urbano, in uno spazio idoneo all’interno di un piccolo giardino e gestito in modo tale da avere “impatto zero” sul vicinato e sul quartiere.

Il pollaio domestico da giardino per 2 galline ovaiole di TuttoSulleGalline.it
Il piccolo pollaio domestico “da giardino” per 2 galline ovaiole

Anzi, in alcuni casi, si è addirittura rivelato un felice richiamo per i bimbi, che incuriositi dalla presenza dello “strano animale”, ci hanno chiesto se era possibile andare a vedere le galline e le uova; alla fine, poter interagire con delle galline è una cosa che incuriosisce un po’ tutti, e sono tantissime le persone che si appassionano ad osservare i comportamenti buffi e inattesi di questi animali da cortile, dall’insospettata intelligenza e affettività.

Ultimissimo consiglio: non dimenticate mai, di tanto in tanto, di riempire un panierino d’uova da donare ai vicini… sarà molto apprezzato e il livello di tolleranza salirà sicuramente! 🙂

Pollaio domestico da giardino per galline ovaiole
Pollaio domestico da giardino per galline ovaiole
Pollaio domestico fai da te da giardino per galline ovaiole
Pollaio domestico “fai da te” da giardino per galline ovaiole

97 Commenti

  1. Buona sera, volevo chiedervi lumi in merito della registrazione del pollaio come autoconsumo.
    Il decreto Legislativo del 16 marzo 2006, n. 158 nel punto 3.3 Verifiche presso l’allevamento (REGISTRAZIONE DELL’ AZIENDA) , per l’autoconsumo le imprese sono esonerate dagli obblighi di registrazione di cui agli articol 4, 5, e 15.
    Tutti gli altri punti rimangono come registri dei farmaci, manuale del benessere animale,ecc……
    Tutto questo papello mi è stato richiesto dall’ufficio veterinario di zona sotto indicazione del dirigente della provincia di Messina.
    Per me e tanti altri tutto questo è un’assurdità, potete aiutarci?

    • Buongiorno Simone, se abbiamo inteso bene la tua domanda, crediamo di poter riuscire a tranquillizzarti 🙂
      Il “papello” che vi è stato richiesto si traduce in realtà nella semplice necessità di essere in possesso di un “foglio”, ovvero della “Registrazione per le aziende di allevamento presso i servizi veterinari delle aziende sanitarie locali” (Art. 14 comma 1 D.Lgs 158/2006).
      Come scritto nel presente articolo:
      “Nella pratica, questa normativa si traduce nel recarsi presso il servizio veterinario dell’Azienda USL competente per il territorio e compilare il modulo di “Richiesta di registrazione per le aziende di allevamento presso i servizi veterinari delle aziende sanitarie locali” (Art. 14 comma 1 D.Lgs 158/2006).
      Nel modulo vanno semplicemente inseriti i dati anagrafici del titolare (anche semplice privato cittadino in qualità di persona fisica e non necessariamente legale rappresentante di un attività economica), l’indirizzo di ubicazione del pollaio domestico e il numero di animali che si intendono allevare per ogni specie (infatti questo stesso modulo è quanto serve non solo per galline ovaiole, ma anche per altri “animali di bassa corte” come colombi, tacchini, anatidi, conigli, nonché altre specie animali quali bovini, ovini, caprini, suini, equini, api, struzzi e altro).
      Nel modulo di richiesta dovrà inoltre essere indicata la finalità per la quale vogliamo realizzare un pollaio domestico, e qui dovremo dunque specificare “per autoconsumo” (qualora nel vostro caso si trattasse di una finalità diversa dall’autoconsumo, sarà necessario specificarla in dettaglio).
      Alla consegna del modulo compilato, al nostro piccolo pollaio domestico verrà attribuito un codice aziendale. Nel caso di variazioni (specie in caso di incremento del numero di esemplari) è previsto che questa registrazione venga aggiornata, ai fini della comunicazione del nuovo numero (o anche nel caso dell’introduzione di nuove specie).
      Tale modulo deve essere obbligatoriamente compilato anche per una sola gallina ovaiola e fino ad un massimo di 250; al di sopra di questo numero di esemplari entrano in gioco ulteriori normative in quanto si va a ricadere nei regolamenti previsti per gli stabilimenti produttivi commerciali di medie e grandi dimensioni.”

       
      Lo scopo è solo quello di essere registrati/censiti per essere quindi oggetto di verifica e controlli qualora ce ne fosse la remota necessità. La finalità della norma è quella del monitoraggio dello stato di salute della popolazione avicola in caso ad esempio di epidemie di aviaria pericolose per la salute degli esseri umani.
       
      Non fatevi scoraggiare da questo “papello” … è soltanto un foglio (peraltro necessario, in quanto richiesto anche presso i consorzi agrari e gli allevamenti dove eventualmente andrete ad acquistare le vostre galline).

      Questo il nostro “papello” compilato 🙂
      Registrazione pollaio per galline ovaiole

      Speriamo di esserti stati di aiuto e di aver chiarito la questione. In caso contrario non esitare a scriverci ancora.
      Grazie, un cordiale saluto e buona giornata!

  2. Salve, ho letto il vostro articolo e mi sono documentato presso il mio Comune, dove mi è stato detto che dovrei aprire una pratica edilizia e paesaggistica perché abito al lago. Secondo voi esiste un sistema per aggirare tutta questa burocrazia immensa? Non so tenere una gallina assimilandola come animale da compagnia? xD Grazie 🙂

    • Buonasera Vir92, per provare ad aiutarla abbiamo bisogno di capire meglio. Le hanno chiesto di presentare una pratica edilizia (e quindi anche paesaggistica in quanto in area di lago con vincolo paesaggistico) per quale tipologia di pollaio? La pratica che le hanno richiesto è prevista anche per un piccolo pollaio prefabbricato (in legno o altro) destinato ad un numero esiguo di galline ovaiole (ad esempio una coppia di galline o 4/5 galline) o per altra tipologia di struttura? Quanto vi hanno richiesto è esplicitamente contenuto nel Regolamento Urbanistico o Edilizio del Comune?
      Molto spesso si tratta solo di capire bene come definire (classificare) il tipo di intervento che si vuole realizzare. Per un pollaio prefabbricato di dimensioni ridotte e senza strutture in muratura (paragonabile ad una cuccia per cani) ci sembra strano sia richiesta una pratica edilizia. Potete farci capire meglio, nel suo caso specifico, di cosa si tratta? Grazie, un cordiale saluto e buona serata

      • Vi ringrazio per la risposta e la cortesia. Dunque io ho spiegato espressamente che si tratta di un pollaio con 2/3 capi prefabbricato in legno largo 60x70x102cm. Mi hanno detto che anche in questo caso serve pratica edilizia e paesaggistica però carte alla mano non ho visto nulla di espressamente chiaro e univoco. Mi hanno solo mostrato la distanza da altri ambiti territoriali di 50m, un foglio riguardate la recinzione e mi hanno detto che tendenzialmente loro assimilano questi edifici alla normativa riguardante gazebi di ferro (alti max 2,4m per una copertura max di 9mq). Cosa posso chiedere secondo voi? Vi ringrazio molto per l’aiuto che mi state fornendo 🙂

        • Buongiorno, ci immedesimiamo nei suoi panni. Sicuramente un primo tentativo da fare potrebbe essere quello di far vedere anche una fotografia del tipo di pollaio da realizzare cercando di fargli capire che più che ad un gazebo è assimilabile ad una cuccia per cani (quindi, una possibile domanda diretta da porgli potrebbe proprio essere questa: “Per una cuccia in legno per cani è necessaria una pratica edilizia?”).
          Le regole comunali possono essere molto restrittive ma non ci sembra possibile lo siano fino a questo punto.
          Altro possibile tentativo da fare potrebbe essere quello di proporre l’ipotesi di realizzare un pollaio mobile su ruote (se ne trovano molti in vendita, del tutto simili a quelli fissi) che, non essendo una struttura fissa riteniamo esuli con ancora maggiore certezza dal poter essere assimilato ad un gazebo.
          Infine, per quanto riguarda i 50 mt. di distanza, ci sembra di capire che siano 50 mt. dal lago (giusto?), ma in realtà non abbiamo capito bene cosa intende quando parla di “distanza da altri ambiti territoriali” (quali?).
          Per il momento le dunque le consigliamo di porre la domanda sulla cuccia dei cani per sentire cosa rispondono e in caso di provare a proporre un pollaio mobile su ruote. Speriamo siano strategie percorribili e che portino a qualche risultato positivo; restiamo in attesa di sapere come è andata. Grazie e a presto!
          PS: in caso le sarebbe possibile inviarci per email il regolamento comunale?

  3. buonasera, io ho un pollaio da 2 anni, prima di realizzarlo ho contattato la asl per chiedere se servissero dichiarazioni, pratiche, permessi… mi hanno detto che non era necessario nulla.
    A questo punto è il caso che io stampi il vostro articolo e vada di persona a chiedere lumi?
    (tra l’altro qui nessuno ha mai chiesto un documento per l’acquisto delle galline…)
    grazie.

    • Più che con la stampa del nostro articolo, pensiamo possa andare direttamente con la stampa dell’Art. 14 comma 1 del Decreto Legislativo 16 marzo 2006, n. 158 secondo cui: “Il titolare dell’azienda di cui all’articolo 1, comma 3, lettera a), se non già registrato presso il servizio veterinario dell’azienda unità sanitaria locale competente per territorio ai sensi delle normative vigenti, deve chiedere la registrazione presso il predetto servizio”; dove il D.Lgs n.158/2006 definisce “l’azienda” come “qualsiasi luogo, anche all’aria aperta, in cui gli animali sono allevati, o detenuti, anche transitoriamente” (indipendentemente dalla distinzione tra pollaio domestico di privati cittadini o pollaio con scopi di produzione e vendita, realizzato nell’ambito di un’attività economica).
      Di fatto questa registrazione garantisce che ci sia una sorta di “tracciabilità/mappatura” dei pollai (anche piccoli e per semplice autoconsumo) nel caso di necessità di monitoraggio. All’acquisto dovrebbe essere consegnata una “dichiarazione di provenienza degli animali” (allegato alla fattura di acquisto) con specificato il codice aziendale dell’allevamento di provenienza (in questo caso una vera e propria Azienda intesa come attività commerciale) e il codice aziendale del cliente (anche nel caso di destinazione delle galline ovaiole ad un semplice privato che ne entra in possesso per autoconsumo).
      Alleghiamo a questa risposta, come esempio, la “dichiarazione di provenienza degli animali” delle nostre prime due galline: Guerra e Pace.
      Lo spirito della norma non è quello di autorizzare o meno la realizzazione di un pollaio, ma risponde semplicemente alla necessità di conoscere e censire tutti i pollai presenti sul territorio, per attività di monitoraggio dello stato di salute della popolazione avicola (ad esempio nel caso di diffusione dell’avaria).
      Speriamo di averle fornito informazioni utili. Grazie, cordiali saluti!
      Dichiarazione di provenienza delle galline

  4. Salve, volevo sapere se si possono tenere 2 galline in una villetta a schiera che in totale ha un giardino di 50 metri quadri e che essendo una villetta a schiera a un confinante a sinistra e a destra, in una zona periferica di roma nord.

    Nota a logica si visto e considerato che sono circondato da cani che abbaiano e puzzano come scannati gente che ha 4 5 cani in una villetta a schiera, non vedo che ci sia di male ad aver2 due galline in fondo e’ come avere un uccellino.

    In questo caso per stare tranquillo devo richiedere l’autorizzazione? come indicato nell’articolo?

    • Buonasera Sparrows81, intanto ci scusiamo per il ritardo nella risposta. Molto probabilmente nel suo caso risulterà possibile realizzare un piccolo pollaio per 2 galline (specie se andrà a posizionare in giardino un piccolo pollaio in legno); è però assolutamente necessario che prenda visione del Regolamento Edilizio comunale per avere certezza che non ci siano specifiche esclusioni e/o limitazioni (come è successo ad esempio al Sig. Virgi92, come può leggere qui sopra nei commenti). Sicuramente anche sondare il livello di accettabilità del pollaio da parte suoi due vicini potrebbe essere una buona idea (faccia loro presente che un pollaio ben gestito di 2 sole galline non emette alcun cattivo odore). Ci tenga aggiornati. Cordiali saluti e buona giornata.

  5. Buongiorno,
    io purtroppo rientro nel comparto “vittime da non-buon senso”.
    Vivo da circa 1 anno e mezzo in una zona esclusivamente residenziale di Vicenza e la mia casa confina con una casa che, nel retro, ha un giardino con tanto di galline e, ahimè, gallo. Quest’ultimo rappresenta un problema che mi opprime pesantemente: da quando vivo lì, non è passata una sola notte in cui riuscissi a dormire oltre le 4.30; nonostante abbia manifestato il mio disagio alla famiglia, il cui pollaio dista circa 2.5 mt dal mio letto, sono stato investito di parole ed offese culminate con un “Il gallo è sempre stato lì e lì rimane!”.
    Non so più dove sbattere la testa e, non esagero, sono sull’orlo di un esaurimento nervoso.
    Anni fa vivevo in una zona agricola e decisi di cambiare casa dopo che, in una fattoria vicina alla mia abitazione, inserirono un paio di galli.
    Ho scelto quindi una zona residenziale per non incorrere in un problema analogo ma, purtroppo, quando andai a visionare l’appartamento, era pieno inverno e del gallo e delle galline non vidi traccia.
    Cosa mi potete suggerire?
    Vi ringrazio fin d’ora e vi auguro una buona giornata.

    Mauro

    • Buonasera sig. Mauro, comprendiamo purtroppo benissimo la sua situazione e il suo stato di frustrazione. Nei casi come il suo, ovvero di pollaio in zona residenziale, come abbiamo sottolineato nell’articolo, dovrebbe prevalere il buon senso di vicinato e la volontà di trovare un compromesso che accontenti entrambe le parti.
      Da quanto ci dice, la vicinanza del pollaio alla sua abitazione è veramente notevole e una cosa da fare potrebbe essere quella di informarsi presso l’ufficio competente del suo Comune se ciò rientra nella norma. Se non dovesse rientravi potrebbe presentarsi ai suoi vicini impugnando il regolamento e cercando di strappare un accordo (ad esempio, almeno per il periodo estivo, che il gallo venga confinato in un’area o luogo chiuso dove non può arrecarle disturbo, almeno fino ad una certa ora della mattina).
      Noi le suggeriamo questa via, di informarsi approfonditamente e vedere se ci sono possibilità di far capire al vicino (poco cortese) che potrebbe essere nelle sue facoltà richiedere un controllo delle autorità e che questo potrebbe portare alla rimozione definitiva del pollaio, e che quindi conviene trovare un accordo amichevole.
      Nel frattempo lei potrebbe anche provare (se non lo ha già fatto) a fare uso di tappi per le orecchie durante il sonno (dice che funzionino molto bene) e a mettere i doppi vetri alle finestre.
      Il pollaio dovrebbe essere una gioia per tutto il vicinato, ma purtroppo casi come il suo capitano, e dimostrano quanto ancora dobbiamo crescere in cortesia e attenzione per il prossimo.
      Se vuole, ci faccia poi sapere come si evolve la situazione. Da parte nostra c’è molto interesse.
      Grazie per la sua preziosa testimonianza, un cordiale saluto!

  6. Salve, se ho capito bene, come singolo cittadino posso allevare fino a 250 polli per autoconsumo sia da carne che uova, basta dichiararlo all’asl giusto?Questa dichiarazione comporta una tassa da pagare?E ogni volta che si prendono dei pulcini nuovi devo riaggiornarla?grazie

    • Buongiorno Franz, si esattamente. Fino a 250 galline può tenerle e deve dichiararlo all’USL (senza alcun costo) e chiedere all’ufficio di competenza del suo Comune se ci sono eventuali direttive e regole particolari a cui attenersi. Le suggeriamo di dichiarare subito all’USL un allevamento di 250 capi e così può variare al di sotto di questa soglia a suo piacimento, senza dover aggiornare ogni volta la dichiarazione. Ovviamente non deve superare il numero di 250, altrimenti entra in un’altra legislazione. Un cordiale saluto e buona giornata.

    • Buonasera sig. Nunzio, quando dice “allevamento di suo famigliare”, di quanti avicoli stiamo parlando? Conoscere il numero degli animali è fondamentale per capire come può comportarsi per la vendita. Grazie, un cordiale saluto e buona serata.

  7. Buongiorno, sono intenzionato ad aprire un piccolo allevamento di galline ovaiole in prov. di Agrigento max 250 capi, è ovvio che le uova prodotte non saranno soltanto per autoconsumo, ma anche per la vendita.
    All’ufficio veterinario di Agrigento mi hanno detto che prima di registrare l’allevamento e quindi avere il codice aziendale, devo chiedere al comune la SCIA con tutto quello che segue, agibilità, relazione tecnica, ecc.. e di effettuare anche l’autocontrollo HACCP.
    Ho controllato personalmente su vari siti internet ma non è scritto da nessuna parte che io debba effettuare la SCIA.
    E’ possibile per un piccolo allevamento di galline ovaiole max 250 capi fare tutta questa burocrazia??..
    In attesa di una vostra risposta porgo distinti saluti.

  8. gentilissimo
    la mia situazione è simile a quella di nunzio
    ho 25 galline e 4 galli non riusciamo a consumarle tutte e vorrei venderne qualcuna.
    cosa devo fare?

  9. p.s. ho omesso la parola uova, intendevo che vorrei vendere qualche uova -mi farebbe comodo e le galline scorazzano in un terreno -dove abito- di circa 10000 mq, razzolano e mangiano erbe e mangime biologico.

    • Buonasera, esattamente domani pubblicheremo un articolo esaustivo dedicato a tutti coloro che hanno meno di 50 galline e vogliono fare vendita diretta delle prorpie uova.. 🙂 Torni dunque domani a trovarci e avrà tutte le risposte (speriamo!)… Un cordiale saluto e buona serata!

  10. Salve, sono intenzionato ad a fare un piccolo allevamento di galline ovaiole max 250 capi. Al servizio veterinario mi hanno detto che per questo tipo di allevamento bisogna fare la SCIA al comune di residenza, e poi mi daranno il codice aziendale, inoltre mi hanno chiesto che devo effettuare l’autocontrollo HACCP.
    Io ho dei dubbi, a tutt’oggi non trovo da nessuna parte che bisogna espletare questo adempimento, anche perchè si tratta di un piccolo allevamento a conduzione familiare, naturalmente le uova in esubero sono intenzionato a venderle.
    Certo di un vostro interessamento porgo distinti saluti.

    • Buongiorno Giovanni, ci scusiamo se non abbiamo risposto immediatamente alla sua richiesta ma sono stati giorni particolarmente intensi. Veniamo immediatamente al punto.
      In assoluto, la premessa da fare, è che ogni Regione ed ogni singolo Servizio Veterinario dell’AUSL competente può disciplinare questa materia con regole più restrittive (o semplicemente più specifiche e dettagliate) delle regole definite a livello nazionale; e anche i Comuni, a loro volta, possono definire regole più restrittive e specifiche di quanto previsto a livello nazionale e/o regionale. Questo vale per i piccoli pollai domestici per autoconsumo e ancor di più per gli allevamenti avicoli più grandi (ma in genere la nostra attenzione è focalizzata su piccoli pollai con un numero massimo di 50 galline).

      Fatta questa premessa le forniamo solo alcuni spunti di riflessione (che speriamo le siano comunque utili): un allevamento di galline ovaiole di 250 capi, benché a conduzione familiare, non è più un “piccolo pollaio familiare da autoconsumo”, ma ricade certamente nella definizione di stabilimento (che presuppone l’attività commerciale di vendita delle uova); non è più un pollaio familiare e non è neppure un pollaio con un numero di capi inferiore a 50 (per cui è possibile la vendita diretta, come abbiamo dettagliato proprio nell’articolo uscito oggi: Come diventare imprenditori agricoli e vendere le uova).

      Quindi certamente quanto le è stato richiesto dal Servizio AUSL competente è la regolamentazione da seguire sia rispetto alla SCIA (in tal caso richiesta per la registrazione dell’allevamento avicolo), sia rispetto al piano HACCP di autocontrollo. Nel caso specifico del Piano Nazionale di Controllo delle Salmonellosi 2016-2018, ecco cosa dice la legge:
      “Sono esentati dall’obbligo di applicazione del PNCS solo gli allevamenti familiari, come definiti dal DM 13.11.2013
      Gli allevamenti con capacità strutturale inferiore ai 250 capi a carattere commerciale devono applicare il piano attraverso un PdAA adeguato alla realtà aziendale (ovvero semplificato), concordato col Servizio Veterinario.
      Gli allevamenti con capacità strutturale uguale o superiore ai 250 capi devono applicare il piano integralmente.”
      Per togliersi ogni dubbio potrà certamente richiedere gli estremi della regolamentazione comunale e sanitaria agli enti competenti sul suo territorio (Comune e Sevizio Veterinario AUSL).
      Le auguriamo comunque di riuscire a portare a compimento il suo progetto. Un caro saluto e buona giornata.

  11. Salve essendo il servizio veterinario dell’Azienda USL distante dal paese in cui abito non si potrebbe stampare il modulo di “Richiesta di registrazione per le aziende di allevamento presso i servizi veterinari delle aziende sanitarie locali”
    Da qualche sito specifico USL, compilarlo e spedirlo a quest’ultimo?

    • Ciao Valentina, il nostro suggerimento è di chiamare telefonicamente la tua USL e chiedere direttamente a loro,a che perché il modulo potrebbe variare da Comune e Comune… Facci sapere come va, ciao e buona serata!

  12. Buongiorno, avrei necessità di un chiarimento in merito alla dicitura “nuovi allevamenti”: si intende che se un pollaio in un paese di campagna con una ventina di galline è a meno di 10 metri dall’abitazione del vicino, ma persiste da molti anni, si ha diritto a mantenerlo? Ovvero la legge si applica solo sui nuovi allevamenti o su tutti gli allevamenti?
    Nello specifico per pollaio intendo un recinto di rete metallica. La costruzione in legno che ospita le galline all’interno del recinto è a più di 10 metri. Le galline, però, sono spesso fuori. Grazie

    • Buongiorno Antonella, la dicitura “nuovi allevamenti” è contenuta nel testo di esempio del Regolamento di un singolo ipotetico Comune (indefinito). Non è quindi detto che nel suo Comune si faccia riferimento a “nuovi allevamenti”. Le consigliamo di prendere visione del Regolamento del suo specifico Comune. Comunque, al di là della dicitura “nuovi allevamenti”, crediamo non sia poi molto rilevante questa distinzione, dato che sarebbe alquanto poco dimostrabile valutare quanto nuovo o quanto vecchio sia un pollaio. Dato che per il momento non ha avuto problemi, molto probabilmente nel suo caso può stare tranquilla (ma la conoscenza del Regolamento è comunque da approfondire). Importante è mantenere sempre ottimi rapporti con i vicini! 🙂 Cordiali saluti e buona giornata!

  13. Buongiorno, una piccola informazione, se potete aiutarmi. Il comune montano nel quale ho la seconda casa sembra mancare di Regolamento Edilizio: il tecnico comunale dice che ci si deve rifare al Codice Civile. Considerato che a me interessa essere del tutto in regola e confrontarmi con norme scritte, potete indicarmi la parte del codice che definisce distanze di pollai e recinzioni dell’aia e regole varie per pollai per autoconsumo? A quali norme devo riferirmi, se il Comune ne è sprovvisto?
    Grazie

    • Buonasera Marco, la ringraziamo per la domanda, che ci ha stimolato importanti riflessioni e a seguito della quale ci impegneremo con i necessari approfondimenti (nella totale comprensione da parte nostra della necessità di “essere del tutto in regola e confrontarsi con norme scritte”).
      Nel Codice Civile non è indicata una normativa a cui attenersi relativa ai pollai e in particolar modo ai pollai domestici per autoconsumo; gli unici articoli del Codice Civile in qualche modo attinenti a tale tematica sono:

      • l’art. 1138 (Regolamento di condominio): in cui è stato recentemente disciplinato che “le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici.” (La disposizione si applica a cani e gatti, ma anche ad altre specie domestiche come conigli e galline. La nuova legge di fatto autorizza l’uso delle parti condominiali comuni. Sono sanzionabili, però, quei comportamenti che provocano il deterioramento, la distruzione, o che deturpano o imbrattano cose mobili o immobili altrui. Resta la libertà del locatario di inserire nel contratto d’affitto – un patto tra privati – il divieto a detenere un animale domestico e una volta firmato il contratto la clausola diventa vincolante).
      • l’ art. 2052. (Danno cagionato da animali): per cui il “proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è responsabile dei danni cagionati dall’animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito.” (Dove il danno potrebbe anche essere il rumore, ad esempio causato dal canto del gallo, o da emissioni odorigene fastidiose, problema questo assolutamente e facilmente evitabile nel caso di piccoli pollai ben tenuti).

      Il Sindaco (anche in assenza di regole contenute in un Regolamento Comunale), è la massima competenza in materia di igiene e sanità pubblica; difatti, in alcuni casi, queste regole vengono espresse tramite specifiche Ordinanze del Sindaco.
      Nel suo caso, le consigliamo in primo luogo di rivolgersi anche al Servizio veterinario dell’Azienda USL territorialmente competente (perché potrebbero fornirvi indicazioni valide su scala sovra-comunale, di area vasta o regionale).
      In possesso di queste indicazioni, o comunque di un parere del Servizio veterinario dell’Azienda USL (anche scritto), vi consigliamo di tornare a confrontarvi con gli uffici Comunali, richiedendo anche un’eventuale autorizzazione del Sindaco (in altri termini il Sindaco può autorizzare o negare la realizzazione di un pollaio per autoconsumo, sentito il parere dell’Azienda USL territorialmente competente). All’interno di questa autorizzazione il Sindaco potrà anche indicare limiti e prescrizioni specifiche (ad esempio in riguardo a distanze, numero di capi e tipologie di strutture, ecc.).
      Speriamo che queste indicazioni possano esserle state utili e, s ene avrà piacere, le chiediamo gentilmente di tornare poi qui a condividere la sua esperienza.
      Grazie, cordiali saluti.

      • Grazie, siete stati gentili.
        Farò come suggerite e contatterò la USL competente. Di fatto mi piace poco l’idea di dovermi rimettere al parere vincolante del sindaco o tecnico comunale, se questo non si basa su una norma che io possa esaminare prima, ma su una regola che mi viene sfornata al momento. Vorrei poter contare su qualcosa di più oggettivo e superiore agli umori del momento. Speriamo.
        Ad ogni modo grazie ancora per la vostra cortesia.

  14. Se ho capito giusto fino a 250 galline io posso vendere le uova e dichiararle dopo ovviamente essere iscritto all usl. Vorrei sapere come dovrebbe essere strutturato un pollaio per 250 galline allevate a terra

    • Salve Pasquale, per vendere le uova come “imprenditore agricolo non professionale” il limite sono 50 GALLINE (vedi il punto #2): “Non superare il limite delle 50 galline ovaiole, al fine di poter procedere regolarmente alla commercializzazione senza dover sottostare a complesse modalità di timbratura, classificazione, confezionamento e stoccaggio delle uova.”
      Per l’allevamento di 250 galline ci raccomandiamo innanzitutto che abbia spazio all’aperto a sufficienza per farle razzolare durante il giorno (gli allevamenti biologici parlano di almeno 10 mq. a gallina) e poi può optare per la soluzione di un unico grande capannone, oppure per un’area protetta e ben recintata contro i predatori, all’interno della quale inserire vari pollai da 25 o 50 ovaiole ciascuno. Cordiali saluti!

  15. volevo ricordare , per mia esperienza vissuta, di andare, o meglio mandare una persona competente (nel mio caso un geometra) preso l ‘ ufficio tecnico de comune dove volete installare il pollaio, in quanto alcuni piani regolatori comunali, prevedono in base alla zona territoriale di installazione certe norme, ad esempio nel mio caso, vi e’ un modulo da compilare dove si devono indicare tutte le caratteristiche dell pollaio allegando anche un disegno, se tutto va bene si puo’ installare , altrimenti bisogna seguire le indicazioni dell ufficio tecnico.

    • Ottimo Diego, grazie infinite per aver condiviso la tua esperienza. Se ci puoi dire anche gentilmente in che Comune vivi, così se c’è qualche lettore del tuo stesso Comune sa già come deve muoversi. Grazie ancora, un saluto e buona domenica!

  16. Buongiorno sono il titolare di un azienda agricola con un punto vendita dove commercializza i prodotti di produzione propria volendo commercializzare anche delle uova autoprodotte e senza superare il limite massimo dei 250 capi basta soltanto compilare il modulo della asl?

  17. buongiorno, io e mia moglie viviamo a givoletto provincia di torino in una casa di 2 piani + sottotetto, ai lati della casa ho due vicini , dal 2010 abbiamo 2 galline ovaiole come animali da compagnia e non vendiamo uova ne le galline, le costruii una casetta di legno che ho nel giardino di nostra proprietà, vorrei sapere se i vicini possono chiedere di togliere le mie ovaiole dal mio giardino o cè una legge che dice che posso detenere 2 galline nel mio giardino e nessuno me lo può impedire. Non essendo animali da compagnia le galline come cani o gatti quindi intoccabili, grazie

    • Buongiorno Marco,
      prima di tutto ci scusiamo del ritardo nella risposta ma la sua domanda va a toccare dei punti nevralgici e molto complessi – come vedrà – nell’ambito della detenzione di galline come animali da compagnia.
      Nei prossimi giorni e settimane abbiamo in programma di pubblicare alcuni articoli che tratteranno proprio la materia e l’aspetto da lei sollevato, che è un aspetto al di sopra delle normative toccate in questo articolo, e che invece tratta del diritto di coabitazione con gli animali (anche con quelli che, come le galline, ad oggi non sono ancora stati riconosciuti come animali domestici d’affezione, da compagnia o, per utilizzare il termine oggetto di una proposta di legge ancora non approvata, “animali domestici familiari” ).

      Come introduzione al tema la invitiamo a leggere il seguente articolo: https://www.tuttosullegalline.it/pollaio-per-galline/gallina-e-pollaio-nel-rapporto-uomo-e-animale-domestico/
      A questo ne seguirà a breve un altro riguardante l’evoluzione della giurisprudenza in materia di galline e pollai (con un approfondimento sul “Codice Civile” e sul “Codice di Procedura Civile”, e su alcuni altri argomenti specifici quali: galline e odori, galline e rumori, galline e condominio, galline e pignorabilità).

      Al di là di questi approfondimenti, in questo momento storico le galline stanno ancora “lottando” per acquisire lo status di “animali familiari e d’affezione” a pieno titolo; ad oggi, senza però avere modo di darle le certezze che ci richiede (perché non siamo a conoscenza di casistiche reali), possiamo dirle che lo status di animale “da compagnia” potrebbe essere dimostrato solo facendo riferimento “allo scopo soggettivo della sua detenzione” (così come da lei descritto), che si traduce in quanto espresso nell’Art.1 della “Convenzione del Consiglio d’Europa per la Protezione degli Animali da Compagnia” (Strasburgo, 13 Novembre 1987), ratificata in Italia con Legge n.210/2010:
      “By pet animal is meant any animal kept by man in particular in his household for private enjoyment and companionship”.
      A tal proposito importante sarebbe arrivare all’approvazione del seguente disegno di legge (http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Ddlpres&leg=16&id=00619573&part=doc_dc-articolato_ddl&parse=si&stampa=si&toc=no)

      Una nostra speranza è anche quella di riuscire a contribuire attivamente a questo processo.

      Detto tutto ciò, sia nel caso di detenzione di galline come animale domestico da compagnia o come animale domestico di bassa corte, sono comunque i regolamenti comunali che possono sempre disciplinare tale ambito, anche con regole molto restrittive, basate sia su materia di igiene e sanità pubblica, sia su materia di tutela del benessere degli animali e delle loro necessità etologiche (e quindi in casi estremi anche imporre divieti assoluti o temporanei).

      Insomma, è molto complesso dare una risposta certa alla sua domanda, specie laddove i regolamenti non sono espliciti e chiari.
      Nel suo caso specifico possiamo provare a far riferimento al Regolamento Edilizio del suo Comune (http://www.comune.givoletto.to.it/FileDownload.asp?T=5&I=2320) in cui, all’articolo 49 c.6-6, risulta quanto segue:
      “6. Potranno essere realizzati piccoli fabbricati in legno, a pertinenza di edifici esistenti, per la detenzione e l’allevamento di animali da cortile, quali conigli, galline e simili, esclusivamente per finalità domestiche, non ancorati al suolo tramite fondazioni e senza la realizzazione di piattaforme in cls, bensì semplicemente poggiati al suolo, aventi una superficie lorda di pavimento (SLP) massima pari a m² 4 ed altezza massima pari a mt 2,20. A tale scopo, è ammessa la detenzione di un numero di capi limitato, indicativamente non superiore a 10. Tali fabbricati dovranno essere aerati e mantenuti puliti e dovranno distare almeno mt 10 dai confini e dai fabbricati a cui detti manufatti risultano essere pertinenziali nonché mt 20 da tutti gli edifici limitrofi di altra proprietà. Qualora detti manufatti fossero comunque causa di accertati inconvenienti igienici, anche se ad uso familiare, dovranno essere rimossi.
      7. Il posizionamento dei fabbricati di cui al precedente punto 6) è normato quale intervento in edilizia libera dall’art. 6, comma 2 lettera e) del D.P.R. 380/01 e s.m.i., previa preventiva comunicazione agli uffici Comunali competenti. Restano comunque salvi e inderogabili i diritti dei terzi.”

      Il regolamento, benché si riferisca a “finalità domestiche”, fa riferimento ad animali da cortile (intesi come animali domestici di bassa corte) e non ad animali domestici familiari-da compagnia-d’affezione.
      Quindi:
      – se nel detenere le vostre 2 galline da compagnia riuscite a rispettare distanze e condizioni igieniche così come previste per gli animali da cortile ai commi 6-7 (e non subentrano altre questioni magari impensabili che potrebbero tradursi in surreali cause civili tra vicini), allora potete tranquillamente detenere 2 galline nel vostro giardino e nessuno ve lo può impedire.
      – se invece nel detenere le vostre 2 galline da compagnia non riuscite a rispettare distanze e condizioni igieniche così come previste per gli animali da cortile ai commi 6-7, allora potrebbe verificarsi il caso di dover dimostrare che il vostro scopo soggettivo di detenzione è tale per cui non dovete sottostare a quei 2 commi e potreste contribuire a creare giurisprudenza in materia.

      Sicuramente il mantenimento di ottime condizioni igieniche e il rispetto delle necessità etologiche e del benessere delle vostre galline saranno determinanti affinché sia molto difficile che qualcuno ve lo possa impedire. Ad oggi però, purtroppo, non ci sono certezze (pensiamo di essere sufficientemente informati, ma qualora ci giungesse notizia di aggiornamenti, sentenze, ricorsi o altro che ci sfuggono non mancheremo di aggiornare i contenuti dei prossimi articoli in uscita).
      Dispiace non poterle dare maggiori dettagli, ma speriamo di averle fatto un quadro abbastanza chiaro dell’attuale problematico contesto giuridico su tale materia. Continui comunque a seguirci per rimanere informato.
      Grazie, un cordiale saluto e buona giornata!

  18. Premetto che non ho nulla contro i pollai e galline, ma abito in centro paese, e da un anno un vicino ha messo un pollaio a 20 metri da casa mia, oltre alle tranquille galline, ha anche 5 galli, che uccide periodicamente per poi sostituirli a rotazione, quindi tirato il collo ad uno viene subito ripiazzato dal nuovo, quindi 5 galli ci sono sempre, il problema credo che lo immaginate, questi galli cantano 24 ore su 24, e danno parecchi fastidio, perchè non si può vivere più un pace, strillano a tutte le ore, anche a mezzanotte o alle 3 del mattino, basta che uno di loro inizia a cantare e subito anche gli amici della combriccola lo seguono per circa 15 minuti, pui c’è una interrizione di 15-20 minuti e si ricomincia. Ora vorrei chiedere, è tutto regolare, non è considerato disturbo della quiete pubblica? Si posso far rimuovere i galli? Le galline non ci sono state già da anni, si le sento ma non mi danno fastidio, ma i galli sono insopportabili, io non capisco come fanno i proprietari a sopportarli loro stessi, sono incredibili, li hanno sotto al finestre di casa, ma come fanno io mi chiedo!!! Mi dite cosa posso fare ?

    • Buonasera Daniele, ci dispiace per la situazione e comprendiamo il problema. Come prima cosa: ha mai provato a parlare con il suo vicino e spiegare a lui quello che ha scritto a noi? Spesso con dei buoni rapporti di vicinato si possono risolvere molti problemi… Se così non è, la prima cosa che può fare è recarsi al suo comune e chiedere che le venga fornita la documentazione normativa per ciò che riguarda le detenzione di pollai e galline, per controllare che il suo vicino sia nel pieno rispetto di tutte le regole. Se lo è, potrebbe infine far effettuare un controllo delle emissioni sonore provenienti dal pollaio (https://www.tuttosullegalline.it/pollaio-per-galline/odori-rumori-pollaio-codice-civile-e-penale/) per controllare che siano al di sotto dei limiti di legge.
      Altro non crediamo si possa fare a livello legislativo, ma restiamo dell’idea che un accordo tra vicini potrebbe essere la via migliore da perseguire, ad esempio chiedendo una riduzione del numero di galli, oppure uno spostamento del pollaio in una area ancora più distante dalle sue finestre, e lei concedendo qualcosa in cambio.
      Un cordiale saluto e buona giornata, con un grande augurio di cuore che la situazione possa risolversi o almeno migliorare!

  19. Buonasera, mi permetto di chiederVi alcune informazioni. Da un anno a questa parte i miei vicini di casa hanno messo nel campo adiacente la nostra abitazione all’incirca 30 galline ovaiole, un gallo, e svariate anatre…
    Tutti questi animali vengono tenuti liberi in questo campo e non hanno un pollaio quindi quando, giustamente, devono covare viene su un pandemonio anche perchè a volte capita che vengano praticamente sotto la finestra della camera da letto.
    Abbiamo provato ad interpellare il Sindaco ma ha fatto ben poco, se non un paio di lettere minatorie ma niente più… sono venuti i vigili urbani ma, dato che avevamo fatto presente che il rumore è la mattina prestissimo inizia il rumore impedendoci il riposo, loro si sono presentati nel tardo pomeriggio non hanno rilevato alcun rumore, per cui non abbiamo potuto fare altrimenti.
    Le mie domande sono le seguenti:
    – Non esistono delle distanze da tenere? anche se le distanze non cambieranno la situazione…
    – In un centro abitato quante galline si possono tenere a nucleo familiare???
    – E’ obbligatorio un pollaio???
    – Si devono rispettare degli orari per il ricovero delle stesse???
    Ringrazio e auguro un buon lavoro.

    • Buonasera Simona, intanto esprimiamo il nostro dispiacere quando delle galline sono al centro di situazioni per qualcuno spiacevoli, situazioni che, con del buon senso civico e rispetto del vicinato, potrebbero essere evitate. Ogni Comune, su questa materia (e quindi a riguardo di tutte le domande che ci avete posto alla fine), ha la sua normativa specifica, e quindi quello che possiamo suggerirvi di fare è di recarvi agli uffici del vostro municipio e chiedere una copia della legge che riguarda tale ambito (ovvero la detenzione di avicoli). Una volta visionata la legge saprete quali sono i “paletti” entro il quale il vostro vicino è tenuto ad agire e quindi regolarvi di conseguenza.
      Una domanda: prima di rivolgervi a sindaco e vigili urbani avete provato a parlare e spiegare la situazione al proprietario delle galline?
      Un caro saluto con l’augurio di poter risolvere quanto prima questo problema.

  20. Salve, chiedo gentilmente chiarimenti in merito al da farsi per realizzare un pollaio domestico in giardino di tipo NON edilizio: niente strutture in cemento ecc. semplice recinto in rete commerciale modulare, facilmente spostabile o a limite eventuale gabbia prefabbricata in ferro del tipo prodotto dalla terenziani (invero escludo tale soluzione perchè MOLTO costosa) più piccolo pollaio di legno in kit da assemblare, sempre prodotto standard commerciale. Il tutto per una 20ina massimo di galline, anche meno…. Non mi spiacerebbe nemmeno avere anche una conigliera con conigli nani, ma parlo sempre di pochi esemplari, non più di una decina e NON a scopo riproduttivo, prenderei solo femmine e cmq eventuali maschi li farei castrare. Lo scopo del pollaio come quello della conigliera sarebbe in verità pura e semplice passione per gli animali e il loro valore estetico (galline padovane, nello specifico) anche se ovviamente consumerei le uova, che in ogni caso NON venderei, eventuali eccessi li cederei a parenti, vicini ecc…
    Grazie in anticipo

    • Buongiorno Alessandro, siccome le normative in materia cambiano da Comune a Comune, la prima cosa che deve fare è richiedere all’ufficio competente del suo Comune quale è la normativa riguardante la detenzione di galline in ambito domestico/giardino; in base poi a cosa diranno le normative, se le potrà tenere (e in quale numero) dovrà recarsi all’ASL per compilare la “Richiesta di registrazione dell’allevamento avicolo” (anche nel caso che fossero solo 2 galline).
      Un cordiale saluto e buona domenica!

  21. Approfitto della vostra gentilezza per porgervi un ultima domanda: ho letto che se si allevano sino a 10 galline non è necessario effettuare alcuna registrazione, a patto che il pollaio disti almeno 10 metri dalle abitazioni limitrofe. La cosa mi confonde un po’ in quanto andrebbe contro la parte in cui nell’articolo di cui sopra si dice che bisogna registrare anche una singola gallina ovaiola.
    Ancora una volta, grazie in anticipo per varie et eventuali

    • Buonasera Alessandro, assolutamente no. La registrazione del “pollaio” all’ASL va fatta anche nel caso di una sola gallina, quindi quello che ha trovato scritto è errato e confonde la distanza da tenere rispetto al confine della proprietà vicina (che oltretutto può variare da Comune a Comune), con l’obbligatorietà di segnalare all’ASL che si hanno delle galline, indipendentemente da dove esse siano collocate e dal loro numero.
      Un cordiale saluto e buona giornata!

  22. Buona sera vorrei porvi un quesito: si possono allevare 4/5 galline e detenerle libere in una ex stalla e con una finestra di piccole dimensioni per far entrare luce ed aria? Mi spiego meglio abito in una vecchia casa dove al piano terra esiste una ex stalla. Vorrei allevare 4/5 galline solo per il consumo personale di uova. Quindi eliminerei di costruire un vero e proprio pollaio all’aperto è possibile senza incorrere a maltrattamento animale?
    Nel ringraziare per la cortese attenzione porgo cordiali saluti Tonino

    • Buongiorno Antonio, una ex-stalla potrebbe in teoria andare bene, se riesce a tenerla ben pulita e igienizzata, se c’è ricambio sufficiente di aria senza spifferi (consigliamo di mettere una retina alla finestra e magari di mettere all’ingresso una porta con delle feritoie in basso per l’areazione), se saranno presenti dei posatoi dove le galline potranno appollaiarsi per dormire e sotto ai quali mettere un cassone per la raccolta delle deiezioni notturne, e se metterà dei comodi nidi dove deporre.
      Ci raccomandiamo comunque che durante il giorno le galline abbiano la possibilità di stare fori dalla stalla e razzolare all’aperto.
      Un cordiale saluto e buona giornata.

  23. Salve, sono sempre io :D. Chiedo venia per la lunghezza di quanto andrò a scrivere ma avrei altri dubbi su quanto avete postato nell’articolo. Rileggendolo, ho visto proprio in questa pagina che ci ospita la foto del pollaio “domestico da giardino”, prima sfuggitami ( https://www.tuttosullegalline.it/newsite/wp-content/uploads/2017/01/pollaio-domestico-da-giardino-galline-ovaiole.jpg ). Vi chiedo: essendo chiaramente in prossimità di vicini (casa aldilà della muretto azzurro) e sicuramente sicuramente a meno dei 10 metri di cui si parla genericamente, non è chiaramente fuorilegge? com’è possibile accomodarne uno così dormendo tranquilli? Perchè se anche uno registrasse i polli, in quel contesto paiono esserci tutti i presupposti per vedersi dismettere l’agognato pollaio grazie al classico vicino “indispettoso” :/ A tal proposito, ad esempio, dovendo cambiar casa avrei individuato due abitazioni entrambe in periferia (ma la periferia è “centro urbano”? perdonate la mia ignoranza!) ma purtroppo condominiali, anche se parliamo di piccoli condomini di 6/8 famiglie: una classico piano terra più giardino, ovviamente purtroppo alla mercè dei balconi altrui che ti guardano dall’alto…e l’altra un “attico” (piano 3) con ampio terrazzo, paradossalmente la soluzione migliore agendo alla furbacchiona: farsi il santo pollaio con una soluzione simile, ovviamente con opportuna base isolata fai da te in legno “marino” più strati di trucioli ( https://www.ilverdemondo.it/public/catalog/product/original/pollaio-per-polli-da-giardino-000.jpg ) senza che nessuno lo sappia non avendo gli occhi su un elicottero…ed eventualmente in caso sentano mezzo coccodè e la cosa li indispettisca mostrare la registrazione asl come “autorizzazione” andando alla spera in dio, visto anche che nel contesto specifico, volendo delle galline di razza padovana, proverei a registrarle come animale da compagnia ornamentale. Purtroppo andando al comune (il mio è quello di catania) nessuno mi ha saputo dir niente, come al solito la competenza degli impiegati fa cascar le braccia e sul sito comunale, scaricando parecchi pdf di documentazione in fatto di sanità urbana non ho trovato mezzo accenno sulla detezione di avicoli. Assurdo. Quantomeno ho trovato la asp veterinaria quindi so già dove registrarli in caso, ma oltre questo, il nulla. Chiedo ancora venia per la lunghezza del post ma volevo essere il più esaustivo possibile. Grazie e buon fine settimana 🙂

    • Buongiorno Alessandro, nel caso specifico della foto che lei cita, il pollaio è ben accettato dal vicino, quindi nessun problema. Come abbiamo scritto più volte nell’articolo, le “regole di buon vicinato” (e un po’ di fortuna) spesso valgono di più di tante altre cose e ci fanno tutti vivere meglio. 🙂
      L’idea dell’attico con ampio terrazza non è da scartare; già altre persone ci hanno scritto di voler provare questa soluzione per allevare poche galline per l’autoconsumo di uova o da compagnia. Se riesci a allestirgli anche un pezzetto di terra potrebbe essere in effetti la soluzione migliore per un condominio (facendo in estate ombra con un bell’ombrellone).
      Un cordiale saluto e buon fine settimana.

  24. Buonasera, mi trovo in fase di ultimazione del mio pollaio sito in zona agricola e con nessuna opera in muratura( non necessaria alcuna autorizzazione in materia di edilizia).Sono stato già presso la asl di competenza asl di olbia ( sardegna)ma alla mia domanda di Richiesta di registrazione dell’allevamento avicolo di 10 capi
    mi è stato risposto che fino a 49 galline nn serve alcuna autorizzazione nel caso fosse una in più (50) viene considerato allevamento e qundi vanno registrate!
    come faccio ad avere questo codice ????
    il mio vicino/parente/serpente sta già sul piede di guerra…..ma per il momento esiste solo il pollaio !
    sapete aiutarmi??? grazieeeee

    • Buongiorno Luciano, a nostro parere alla ASL di Olbia potrebbero aver fatto confusione tra la Registrazione dell’Allevamento nell’Anagrafe Nazionale (che con la nuova legge scatta da 50 capi in su), e la Registrazione dell’Azienda avicola, che attesta semplicemente il numero di capi allevati, dove e per quale scopo. Questo secondo documento dovrebbe essere obbligatorio SEMPRE, anche nel caso di 1 sola gallina, perché è necessario per mappare tutti gli allevamenti esistenti sul territorio in caso di epidemie di aviaria o altre problematiche.
      Secondo noi la cosa da fare è tornare alla ASL (o telefonare) e far presente questa differenza tra i due documenti.
      Un cordiale saluto e buona giornata.

    • Buonasera Salvatore, come prima cosa un grosso augurio da parte nostra per la realizzazione del suo bel pollaio!
      Detto questo le consigliamo di realizzare un allevamento di galline ovaiole di 49 animali (e non 50), così che non debba assolvere all’obbligo di iscrizione in BDN (Banca Dati Nazionali -Anagrafe Avicola).
      La invitiamo anche a fare un giro approfondito sul nostro sito, dove troverà già sicuramente tante informazioni utili utili su come realizzare un pollaio e allevare galline.
      Se dopo queste letture avrà ancora qualche dubbio cercheremo di rispondere alle sue domande.
      Un cordiale saluto e buona domenica

  25. Buongiorno, premetto subito che non ho niente contro le galline, ma con chi le tiene in un certo modo. Ho una seconda casa sulle colline bolognesi e i vicini di casa tengono le galline ad uso famigliare, che di giorno vengono lasciate libere di girare per l’aia. Ma in questa aia c’è la mia casa.Le galline razzolano tutto il giorno davanti alla mia porta, si accovacciano pure di fianco alla porta di casa sotto un alberino per la siesta. il problema più grosso però sono le loro deiezioni davanti all’uscio e le loro penne cadute che mi arrivano anche dentro casa. Diverse volte ho provato a dire qualcosa ma sono passata per una rompiscatole che discute su una ventina di galline……Tra l’altro il ricovero notturno è una stalla a meno dei 10 metri dalla mia casa e d’estate manda un olezzo notevole, di conseguenza non mancano mai le mosche. Non posso nemmeno recintare di fronte a casa perchè zona di passaggio e so benissimo che tenere le galline questo modo fa parte di vecchie abitudini consolidate, ma io non ho nessun diritto? come risolvere il problema senza arrivare al litigio serio, come ho già rischiato?
    Grazie

    • Buonasera Sandra, purtroppo comprendiamo bene il problema, e quando soprattutto – come nel tuo caso – i vicini non sono concilianti e non vogliono cercare di porre rimedio alla situazione, diventa tutto molto più difficile. Non ti neghiamo che la faccenda è problematica, anche perché non puoi realizzare recinzioni di separazione, e quindi, tenere lontane delle galline libere, diventa quasi impossibile.
      Ovviamente non dare mai loro da mangiare e poi esistono alcuni rimedi naturali che possono fungere da repellenti. Noi non li abbiamo mai utilizzati, ma magari funzionano, e potresti essere tu poi a dircelo.
      Ad esempio, le galline sono disturbate da odori forti (quindi potresti fare un mix di spezie come paprika, aglio, pepe, ecc. da spargere in terra) e anche dagli agrumi (quindi anche in tal caso, mettere a terra diverse scorze essiccate di agrumi o gocce di oli essenziali).
      Anche l’acqua da loro molta noia, quindi potresti provare a spruzzarle con un pochino d’acqua per vedere se poi non tornano più, almeno davanti alla porta.
      Per quanto riguarda infine il cattivo odore proveniente dalla stalla-pollaio, questo potrebbe essere segno di una scarsa igiene e di rara pulizia, perché un pollaio ben tenuto difficilmente emana un olezzo così intenso.
      Purtroppo non abbiamo altri suggerimenti per provare a tenere lontane le galline. Ci faccia sapere se con questi metodi naturali che le abbiamo segnalato riesce ad ottenere qualche risultato.
      Un cordiale saluto e buona fortuna!

  26. Salve, volevo chiedervi un chiarimento in merito al tipo di recinzione e obblighi da rispettare nella sua realizzazione. Vorrei realizzare un recinto per le galline e realizzarlo con rete metallica e pali in legno o cemento (per maggiore durabilità); inoltre, abitando in zona premontana, porre alla base della rete dei blocchi di cemento per evitare l’ingresso di volpi o altri predatori. Vi chiedo quindi se sapete indicarmi le distanze che devo tenere dal confine di proprietà del vicino e se la semplice posa dei blocchi sul perimetro (quindi removibili e non cementati) viene considerata opera muraria, così come l’uso di pali in cemento, e quindi se soggetta ad obblighi edilizi.
    Vi ringrazio. Saluti

    • Buonasera Massimo, la ringraziamo per la domanda ma non siamo noi che possiamo risponderle. Ogni Comune ha le sue specifiche norme, sia per quanto concerne le eventuali distanze dai vicini, sia per quanto concerne ciò che è considerata (o no) una struttura fissa. Quindi, le consigliamo di rivolgersi (meglio se di persona) all’ufficio Urbanistica del suo Comune. Un cordiale saluto e buona giornata.

  27. Buongiorno, ho sentito la ASL del mio paese e mi hanno detto che fino a 50 capi non è necessaria alcuna registrazione. L’obbligo sembra fosse stato temporaneamente introdotto dopo l’influenza aviaria del 2008.
    Per il consumo familiare non c’è obbligo di fare nulla.
    Grazie comunque per il dettagliato e precisissimo articolo. Un caro saluto.

    • Buonasera, ma lei sta parlando della registrazione in banca dati nazionale? Perché se invece parla dell’attribuzione del “codice stalla” rilasciato dalla ASL quello, per quanto ne sappiamo, è obbligatorio, anche nel caso di una sola gallina. Grazie, un cordiale saluto.

  28. Buonasera,

    grazie per l’interessante articolo, vorrei però chiedervi un confronto riguardo alla mia situazione.

    Il mio vicino, detentore di un vasto possedimento terriero, ha costruito ormai anni fa un pollaio a ridosso del confine con la mia proprietà. Il pollaio è popolato da una 50ina di capi, oltre a galline e anatre, sono presenti numerosi galli di diverse specie. Il risultato è un continuo rumore a qualsiasi ora del giorno e purtroppo della notte. Nonostante i ripetuti richiami al vicino, e la richiesta per lo meno di diminuire il numero di galli/galline, la situazione non è cambiata. Mi sento così costretto a coinvolgere le autorità visto il continuo inquinamento acustico ed i fastidiosi odori provenienti dal pollaio, posizionato di fronte alla zona del mio giardino dove d’estate pranzo. Qual’è iter che mi consigliate? Qual’è il numero di galli e galline che possono tenere?

    Grazie in anticipo.

    • Buonasera Luca, intanto ci dispiace per questa situazione; un pollaio e delle galline dovrebbero essere sempre fonte solo di gioia e allevate in modo rispettoso anche dei vicini.
      Detto questo, se purtroppo parlando con il proprietario degli animali non è riuscito ad ottenere nulla, non le resta che rivolgersi alle autorità competenti e far fare un sopralluogo; le consigliamo la lettura del seguente articolo, inerente proprio al problema di odori e rumori provenienti da un pollaio: https://www.tuttosullegalline.it/pollaio-per-galline/odori-rumori-pollaio-codice-civile-e-penale/
      Infine non c’è un numero prestabilito di avicoli che uno può possedere, però sopra i 50 animali non è più da considerarsi un allevamento amatoriale…
      Un cordiale saluto.

    • Buongiorno, deve informarsi presso il proprio Comune. Questo tipo di normativa è a livello Comunale e dunque può cambiare da comune a comune. In generale, comunque, in moltissimi comuni è ancora in vigore la legge che stabilisce di mettere il pollaio ad una certa distanza dalle case dei vicini e dalle strade più importanti. Un cordiale saluto.

  29. buongiorno,ma è consentito al mio vicino tenere galline al confine della mia abitazione,considerando che tra la mia casa e la rete vi siano 4 mt?Non è possibile parlarci perchè per lui va bene così.Grazie

  30. Buonasera,
    Scrivo a voi poiché io ho il problema inverso, ovvero un condomino, nel suo terreno interno al condominio, ha deciso di allevare 5 galline. Tutto ok, se non fosse che tale terreno arriva a 1.5m dalla porta di un appartamento, le galline scappano in continuazione invadendo in ns terreni ed il cibo lasciato per le galline attira i ratti….per non parlare dell’odore. Ho interpellato la ASL (che ha ignorato sia i ratti che l’odore) la quale ha affermato che non possono fare nulla poiché è stato abolito il regolamento di igiene tipo dalla legge regionale n.6 del 2017. Ho chiesto loro di verificarne almeno la registrazione come da 158/06, ma affermano che essendo lui un privato ed avendo meno di 50 capi non è tenuto a tale registrazione. Ho interpellato pure il Comune, ma la risposta è la stessa, ovvero che non possono fare nulla causa abrogazione regolamento.
    Sono io che non conosco abbastanza bene la legge oppure mi sono imbattuto in una combinazione di incompetenti e nullafacenti?

    Grazie,

    • Buongiorno Sig. Giuseppe, ci dispiace per questa situazione ma come espresso nell’articolo, è la legge comunale ha gestire questi aspetti e noi purtroppo non possiamo sapere cosa è valido o meno in ogni Comune; se le hanno detto in questo modo bisogna fidarsi oppure richiedere una copia dell’ordinamento comunale che riguarda queste problematiche (è un atto pubblico e dovrebbe essere a disposizione della cittadinanza).
      Se però le cose stanno come le hanno detto, l’unica possibilità, se abbiamo capito bene la problematica, e mettere “lato suo” una rete più alta, in modo che le galline non possano più scavalcarla, tenere sempre un paio di trappole anti-topo nei paraggi e cercare di interagire con il proprietario del pollaio affinché tenga tutto il più possibile pulito.
      Dove non arriva la legge, spesso si può arrivare con i buoni rapporti di vicinato!
      Le auguriamo di poter risolvere, un cordiale saluto e auguri di buone feste!

  31. Buonasera, vivo in provincia di Roma ed attualmente ho un numero di stalla per un massimo di 50 capi per autoconsumo.
    Leggendo questo articolo, mi sembra di capire che potrei richiedere l’aumento del numero dei capi fino ad un massimo di 250, tuttavia mi è stato detto che avere più di 50 capi significherebbe dover dichiarare uno stabilimento produttivo con conseguente necessità di costruire un capannone con basamento di cemento.
    Io vorrei aumentare il numero delle mie galline, restando in ambito di autoconsumo, vorrei fare tre grandi recinti su un campo di asparagi selvatici, con delle casette mobili, senza cementare nulla…è fattibile? C’è un regolamento che io possa presentare alla mia ASL?

  32. Buongiorno,
    abitiamo in una bifamiliare in zona centro di Vicenza con giardino separato solamente da una grande aiuola rialzata. Purtroppo i nostri vicini hanno portato a casa una gallina e la tengono libera in giardino (sempre), non hanno fatto neanche un piccolo ricovero. Il nostro problema è che ovviamente è sempre da noi e oltre al problema delle deiezioni ovunque (anche davanti la porta di casa) non possiamo neanche più piantare qualche fiore perchè ovviamente non resistono. Abbiamo provato a spruzzarla con l’acqua quando la troviamo da noi, abbiamo cosparso le aiuole con spezie e abbiamo messo anche dei dissuasori per volatili nelle aiuole ma nulla da fare! Abbiamo provato a parlare con i ns. vicini ma hanno fatto finta di nulla, esiste un regolamento che possa aiutarci in qualche modo? Grazie mille

    • Buonasera Marina, per il regolamento deve rivolgersi presso il suo Comune o chiedere alla polizia municipale. Potreste riprovare a parlare con i vostri vicini proponendo la stesura di una rete che divida le due parti di giardino. Un cordiale saluto.

  33. Buongiorno
    abitiamo in una casa indipendente e da qualche giorni in nostri vicini senza chiedere nulla hanno posizionato un pollaio esattamente sul confine con la nostra proprietà a qualche metro dalle nostre finestre. Hanno messo una rete opaca alla ringhiera per non far vedere nulla e non hanno chiesto nulla. Il pollaio è formato da 4 o 5 galline ma l’odore è gia forte e mia moglie pur giovane ha molti problemi di salute. L’ufficio tecnico del comune dice di non aver nessun piano e direttive predisposte o normative in merito. Che fare?
    Grazie mille

    • Buonasera Giorgio, abbiamo già affrontato questa tematica nell’articolo e in tutti i commenti precedenti al suo che riportano casistiche praticamente uguali. Gli step da fare sono sempre gli stessi e la cos amigliore, a nostro avviso, resta sempre e comunque cercare un dialogo costruttivo con il vicino di turno. Un cordiale saluto e le auguriamo di risolvere.

  34. Buonasera,possiedo un terreno agricolo di 3500 mq e vorrei costruire un recinto per proteggere le galline dai predatori, solo rete e paletti, senza cemento, con all’interno piccoli pollai prefabbricati. Se il comune non mi consente di farlo come normale cittadino, cambierebbero le cose avviando un allevamento di galline ovaiole e aprendo partita iva? grazie

  35. Buongiorno,
    ho trovato questo articolo di piacevole lettura, chiaro e comprensibile.
    Leggo in rete da svariate fonti che non è necessaria alcuna autorizzazione o segnalazione alla asl fino ad un massimo di 10 galline ovaiole per autoconsumo di uova.
    Nei commenti ho letto la stessa segnalazione da parte di alti lettori.
    Quindi mi trovo di fronte ad un dilemma: come mai varie fonti, che ritengo ugualmente competenti ed informate, mi forniscono indicazioni opposte?
    Si tratta di una situazione molto comune in quanto, almeno nella mia zona di campagna, sono in tantissimi a tenere alcune galline ovaiole a razzolare liberamente e nessuno si è mai posto il problema di segnalarne il possesso.
    Probabilmente le stesse ASL non sono a conoscenza di questa normativa, trovano insolita la richiesta di un cittadino di una zona di rurale che chiede di dichiarare 3 o 4 galline ovaiole e, non sapendo come gestirla lo rimandano a casa dicendogli che non serve alcuna prartica.
    So che la legge non ammette ignoranza ma su questo argomento in alcune zone c’è una tradizione storica.
    Se l’obbligo esiste, chi potrebbe effettuare controlli, segnalare e multare?
    Che voi sappiate è mai accaduto che i contadini che tengono alcune galline a razzolare siano stati equiparati a titolari di aziende di allevamento che non abbiano provveduto a registrare la propria azienda al Servizio Veterinario e quindi multati?
    Potreste verificare da quali interpretazioni delle normative nasce questo contrasto di informazioni e consuetudini.
    Grazie.

  36. SONO MOLTO CHIARE,SIA LE DOMANDE E SIA LE RISPOSTE, COMPLIMENTI. PERO’ SEMPRE NELLA PROVINCIA DI MESSINA, TORRENOVA PER L’ESATTEZZA, AVEVO FATTO RICHIESTA PER REGISTRARE 4 GALLINE E A PROPOSITO DI PAPELLO MI HANNO DATO OLTRE ALLA DOMANDINA DA PRESENTARE VOLEVANO :COPIA DELL’ATTO DI PROPRIETA’, PLANIMETRIA DEL TERRENO CON PARTICELLA E FOGLIO CATASTALE, ATTESTAZIONERILASCIATA DAL SINDACO SE VI SONO MOTIVI OSTATIVI DI NATURA URBANISTICA E IGIENICO SANITARIAOLTRE A COPIA DOC.DI RIC. E COPIA COD. FISC. INFINE E’ ANDATA A FINIRE CHE A DETTA DALL’UFF. TEC. CHE IN ZONA D1 NON SI POSSONO TENERE GALLINE PER AUTOCONSUMO. E’ VERO? SE SI POSSO SAPERE QUALE SIA IL N. DELLA LEGGE CHE LO VIETA? RINGRAZIO E PORGO CORDIALI SALUTI. CASTRO ALFREDO

  37. DALLA DATA DEL 25/06/2021 NON HO AVUTO LA RISPOSTA AL MIO COMMENTO E CIOE’ QUALE E’ L’ARTICOLO DI LEGGE NAZIONALE CHE VIETA ESPRESSAMENTE DI TENERE N.4 GALLINE PER AUTOCONSUMO NELLA ZONA D1? GRAZIE E CORDIALI SALUTI, A. CASTRO.

  38. Salve, vi ringrazio e porgo i miei complimenti per l’articolo esaustivo ma soprattutto per la gentilezza e cordialità che ponete nel rispondere ai vostri cari lettori. Il mio problema è questo. Ho il mio pollaio registrato all’Asl per autoconsumo ed alcuni mesi fa ho provveduto a comprare 10 polli, mi chiedevo se posso venderne qualcuno per recuperare le spese. Oppure potrei incorrere in qualche sanzione per averlo “commercializzato” ?

  39. Buonasera,
    ho contattato il mio comune per un pollaio con max 4/5 galline senza gallo in un piccolo comune nel bergamasco.
    Questa è stata la risposta:
    “in merito alla mail sotto riportata con riferimento alla costruzione del fabbricato le riporto di seguito la norma del vigente strumento urbanistico:“Art.53
    Artefatti vari:
    E’ consentita in tutte le zone residenziali ad esclusione delle zone R01a ed R01b, previa richiesta di autorizzazione, la realizzazione di artefatti vari che dovranno avere i seguenti parametri:
    – superficie massima 6,00 mq;
    – altezza massima 1,80 m.
    Tali artefatti potranno essere realizzati senza vincolo di sagoma. Questi artefatti non vengono considerati costruzioni.
    I barbecue non potranno essere realizzati a confine e dovranno distare da questo almeno ml. 3,00.
    I depositi attrezzi “a casetta” per giardini potranno essere realizzati esclusivamente in legno, dovranno avere una distanza minima dai confini pari a ml. 3.00 salvo convenzionamento con la proprietà finitima e dovranno avere una superficie massima di mq. 7.50 e altezza non superiore a ml. 2,30.La copertura di tali depositi dovrà essere realizzata con tipologia a una o due falde.
    Il manto di copertura dovrà essere in legno trattato, in tegole o altri materiali di colore marrone o verde e non riflettente.
    L’altezza massima prevista sarà misurata dal piano di spiccato alla media dell’intradosso di copertura interno (non considerando eventuali controsoffitti). Le gronde non potranno avere uno sbalzo superiore a 50 cm.I manufatti di cui al presente articolo potranno essere realizzati solo previa Denuncia di Inizio Attività o su richiesta di Permesso di Costruire.
    I manufatti di cui al presente articolo non sono soggetti a contributo e non hanno rilevanza ai fini volumetrici e del rapporto di copertura. In ogni lotto potrà essere realizzato un solo manufatto per ogni tipologia.
    Non è ammessa in alcuna zona la collocazione di baracche, tettoie e simili anche se di carattere provvisorio fatta eccezione per le baracche di cantiere. Queste dovranno essere rimosse entro tre mesi dalla ultimazione dei lavori e comunque prima del rilascio del certificato di agibilità.” Ciò premesso, il titolo abilitativo (pratica edilizia) dovrà essere asseverata (firmata) da tecnico abilitato (geom. arch. ing. ecc… di sua fiducia) il quale, tra le altre cose, accerterà la conformità dell’opera e della sua destinazione d’uso, con la normativa di ATS (ex_ASL) in merito alla detenzione di animali. Il Comune, NON ha normativa specifica in merito, pertanto si rimanda al Regolamento locale di Igiene di ATS, appunto.”

    Non mi è molto chiara la risposta. Il pollaio che vorrei mettere è simile a questo in legno.

    Ma in pratica cosa dovrei fare? Meglio se contatto l’ATS (anche per l’eventuale registrazione del pollaio).

    Grazie mille per l’attenzione

  40. Salve, qualcuno sa dirmi se è possibile in qualche modo risalire al codice aziendale, se esistente? I miei genitori hanno un pollaio da moltissimi anni e mi hanno detto che inizialmente fecero una comunicazione all’ASL, ma non sanno più dove sono i documenti. Siccome ora mi occupo io di questo piccolo pollaio e avevo intenzione di fare la registrazione, vorrei prima capire se esiste già un codice aziendale e fare eventualmente una variazione. Altrimenti, potrei anche fare una nuova registrazione? Siccome qualche mese fa ho aperto partita iva agricola per altri motivi, magari mi conviene direttamente registrarlo come nuova attività a mio nome per semplicità?

  41. Buonasera, nell’articolo c’è scritto che posso avere fino a 250 galline ovaiole senza dover sottostare ad ulteriori obblighi, a parte la registrazione all’ASL. Ma se voglio allevare anche dei polli da carne, sono compresi nei suddetti 250 capi o posso aggiungerne altri e quanti (senza appunto sottostare ai suddetti obblighi)?

  42. Buongiorno.
    Chiedo maggiori spiegazioni sulla distanza del pollaio, devono essere 10 m dal confine del vicino o dalla abitazione del vicino?
    Grazie

  43. Buonasera,
    ho due galline da più di 1 anno e una vicina (non molto aperta al confronto) ha cominciato a lamentarsi della loro presenza solamente da poco (precisamente da quando a scoperto della loro esistenza, dunque non le causavano alcun reale fastidio, di fatti non siamo in buoni rapporti perciò il suo comportamento non mi stupisce affatto). Oggi si è lamentata di un non rispetto di una distanza minima, riferendosi all’animale in sé. Il pollaio dista più di 10 metri da lei, ma le lascio pascolare per l’intero giardino (sono 2 galline, calme, tranquille, silenziose, si fanno i cavoli loro dal mattino alla sera e non si sono ASSOLUTAMENTE MAI avvicinate al vicino).
    La domanda è: la distanza minima del pollaio è di 10 m, ma quella dell’area di pascolo?
    PS: il mio comune non presenta regolamenti a riguardo.

  44. Buon pomeriggio,
    ho 2 galline da più di un anno e la mia vicina di casa ha cominciato a lamentarsi della loro presenza da una settimana (stranamente dall’istante in cui ha scoperto della loro esistenza: visto che non ha mai passato del tempo nel suo giardino, che sta a confine col nostro, non ne sapeva niente). Suppongo che non le causino reale fastidio visto che non si era mai nemmeno accorta che ci fossero. Il pollaio dista a MOLTI più di 10 metri dal confine (tutto secondo le regole quindi) ma le galline sono libere per il giardino (sono tranquille, silenziose e soprattutto teniamo loro e il loro spazio molto pulito). La mia domanda è: se c’è una distanza minima dal vicino per il pollaio, ce n’è una anche per l’area di pascolo?

  45. Buongiorno, ho tre galline in un pollaio in giardino. Nel regolamento del mio comune non vengono assolutamente presentate regole a riguardo, ma ancora non capisco se sia io che non le so cercare o se proprio non esistono, perché alla mia vicina reca disturbo la vista dell’animale e non so più che cosa fare. Mi potete aiutare? Vivo nel comune di Seriate (BG)

    • Buongiorno, se non esiste un regolamento che lo vieta, solitamente è possibile tenere galline in giardino; può recarsi o telefonare in Comune e chiedere quale sia l’ufficio predisposto a questa cosa e chiedere all’impiegato. Noi comunque, al di là di regolamenti e leggi, siamo sempre per cercare un accordo e un compromesso con i vicini. Se il problema è la vista dell’animale, è possibile nel vostro caso, spendendo anche poco e dividendo la spesa, fare in modo di non far vedere le galline dalla casa accanto? Spostarle in un’altra zona del giardino? Parlatene civilmente insieme e provate a trovare una soluzione che accontenti entrambi. Un cordiale saluto

  46. Buongiorno,
    possiedo un piccolo pollaio (per autoconsumo) con 8 galline ed 1 gallo ma vorrei ampliarmi (ho acquistato un terreno adiacente e vorrei creare un altro pollaio per ospitare altri esemplari). Leggendo il vostro articolo mi sono accorta di non essere in regola in quanto non ho mai fatto la registrazione presso la asl di competenza; asl che ho contattato telefonicamente chiedendo lumi: la risposta è stata che se non intendo vendere uova e/o esemplari non devo fare alcuna registrazione e non ho un limite massimo di animali da rispettare… Come mi consigliate di comportarmi?
    Ringrazio anticipatamente per la risposta e per l’esperienza che mettete a disposizione.
    Cordiali saluti.

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