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La Gallina Mugellese
“Ha cent’anni e mostra un mese”

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Le prime Mugellesi autentiche, raccolte presso l’Associazione Culturale IPDR, sono state la base per il mio lavoro, animali che nella tipologia ho trovato eccezionali tra cui un gallo con colorazione “dorata frumento” (Foto 1), veramente tozzo e dalla livrea magnifica, e una femmina “collo oro” trovata in provincia di Grosseto ad Alberese.

Questi pochi animali hanno manifestato subito i primi problemi legati all’eterozigosi (individuo diploide ibrido nel quale il gene per un determinato carattere è formato da un allele dominante ed uno recessivo).

Gallo Muggellese autentico
(Foto 1) Gallo Mugellese di colorazione “dorata frumento”; allevatore IPDR – Masconni

Il lavoro iniziale è stato molto intuitivo e basato sul fenotipo (carattere dominante, quello che si manifesta); i tentativi di selezione si sono rivelati assai complessi con un ventaglio di tante variabili da considerare: tra queste, ad esempio, la comparsa dei tarsi grigi, o la presenza a volte di penne sugli stessi, orecchione piuttosto bianco e petto con tracce rosse (ruggine) soprattutto nel sottogola o bavaglio. Appunti e valutazioni mi diedero un quadro della situazione abbastanza chiaro.

Ad ogni schiusa naturale di circa 10 pulcini, ad esempio, 2 soggetti mostravano fenotipo “collo oro” con il disegno tipico a striature detto “scoiattolo” (Foto 2), 8 con colorazione dal giallo al nocciola, tipo “dorata frumento”, con presenza di tracce di disegno appena visibili su testa e dorso (Foto 3), tra questi 1-2 potevano avere tracce di piume sui tarsi e 1-2 tarso color grigio anziché color carne. Questo schema si è ripetuto più o meno per la prima stagione di riproduzione.

(foto 2) Pulcino con fenotipo collo oro con le tipiche striature
(Foto 2) Pulcino mugellese con fenotipo “collo oro” con le tipiche striature
Pulcino mugellese con fenotipo dorata frumento
(Foto 3) Pulcino mugellese con fenotipo “dorata frumento” imperfetto con tracce dì disegno (eterozigote).

Visto lo scarso numero di soggetti ho dovuto lavorare con gli animali a disposizione testandone le caratteristiche genetiche attraverso accoppiamenti mirati e con l’utilizzo di uno “schema a coppia” (gallo + gallina) che mi consentisse di costruire una tabella dei caratteri trasmessi da ogni singolo animale.

Questa scelta, anche se laboriosa, ha determinato un risparmio di dozzine di covate inutili, fornendomi informazioni molto preziose sugli animali da utilizzare e quelli eventualmente da scartare o più semplicemente da tenere come riserva di alcune caratteristiche desiderate.

Al secondo anno di selezione mi sembrava di essere arrivato ad una battuta d’arresto a causa dello stesso schema di nascita, la replica dei medesimi difetti nei pulcini.
Il numero degli esemplari portati in età adulta e messi in riproduzione continuava ad essere esiguo.

In quel momento decisi di contattare il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente di Firenze per approfondire la mia conoscenza attraverso gli Allevamenti sperimentali presenti nell’Istituto. Di fatto già tra il 2008 al 2010 era stato avviato un progetto di indagine sulla gallina Mugellese al Dipartimento di Biotecnologie Agrarie dell’Università di Firenze (responsabili del progetto Dott.ssa Gualtieri e Dott.ssa Galigani).

Questo si avvaleva di un censimento, con registrazione delle caratteristiche somatiche e della storia dei soggetti presenti in varie provincie Toscane e di una indagine genetica per stabilire le distanze tra alcuni gruppi presi in esame (tra questi anche gli animali dell’Associazione “IPDR”). In una fase successiva lo stesso Istituto condusse anche analisi sulla qualità dei prodotti (carne e uova).

Dopo i primi contatti fissai una visita all’Istituto: grazie anche al sostegno e alla compagnia del sig. Fabrizio Focardi, esperto avicoltore di fama nazionale, ebbi l’opportunità non solo di passare una bella mattinata con la cordiale disponibilità della Dott.ssa Galigani, ma anche di portare a casa un gallo “dorata frumento” di scarto che per me poteva essere un tassello di svolta (Foto 4). Proprio quel gallo che presentava un grosso difetto di colorazione, con il petto rosso come il resto del corpo ma con dei bei tarsi color carne (a differenza degli altri soggetti presenti in Istituto che hanno tarsi grigi) fu inaspettatamente un’ottima opportunità per fissare determinate caratteristiche desiderate nel mio primo gruppo di “dorata frumento” (Foto 5), che apparve così solo al terzo anno di selezione.

Gallo mugellese di colorazione dorata frumento
(Foto 4) Gallo mugellese di colorazione “dorata frumento” allevato da Università di Firenze
Gruppo di galline mugellesi nella colorazione dorata frumento
(Foto 5) Primo gruppo primitivo di galline mugellesi nella colorazione “dorata frumento”

Nello stesso periodo inoltre, grazie alla conoscenza di una suora di un convento in provincia di Grosseto, reperii anche la mia prima gallina con la stessa colorazione, una vecchia “nanetta” con le dita mancanti in una zampa e con un “carattere” d’acciaio (Foto 6). Visse molto poco ma ancora oggi ho le sue eredi con la stessa tipologia di cresta e la corporatura corta e compatta che scorrazzano nel mio pollaio.

Gallina mugellese nella colorazione dorata frumento
(Foto 6) La prima gallina mugellese nella colorazione “dorata frumento”

Seguite il racconto di Maurizio Pavone anche nelle prossime settimane e se avete dubbi o domande in proposito, soprattutto su questa parte più tecnica di selezione genetica della razza, lasciatele qui sotto nei commenti e sarà proprio lo stesso Maurizio a rispondervi!

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