Pollaio

Terra di Diatomee: pro e contro del suo utilizzo nel pollaio

Negli ultimi anni sempre più persone stanno cercando alternative biologiche nella cura del proprio pollaio. Una delle sostanze più utilizzate soprattutto oltreoceano, negli Stati Uniti, per la cura e la lotta alle parassitosi dei polli, è la terra di diatomee o terra diatomacea.

Di cosa si tratta? Ebbene, la terra di diatomee non è altro che una sorta di polvere costituita dai gusci silicei fossilizzati delle diatomee, microscopiche alghe presenti nelle acque dolci e marine. In passato l’accumulo di queste alghe, una volta morte, sul fondo di laghi e specchi d’acqua, ha formato un substrato che nei millenni si è fossilizzato e ora può essere utilizzato in tanti modi diversi, dalla produzione di dinamite alle paste abrasive di certi dentifrici.

Terra di Diatomee: pro e contro del suo utilizzo nel pollaio

Da cosa è composto il guscio delle diatomee? Esso è costituto per il 90% di silice, per il 2-4% di allumina e per lo 0.5-2% di ossido di ferro. È proprio la silice l’elemento che più dovrebbe essere di interesse avicolo: infatti ha un forte potere deidratante ed è costituita da miriadi di minuscoli frammenti acuminati.

Terra di Diatomee (o diatomacea)

La terra di diatomee viene quindi spesso utilizzata come antiparassitario esterno per polli e altri animali: essa infatti riuscirebbe a penetrare nella cuticola dei piccoli insetti, lacerandone gli strati lipidici e provocandone la morte per disidratazione.

In generale, la terra di diatomee viene di norma applicata sia direttamente sulle galline, grazie a un apposito dispenser, sotto le penne, sia aggiunta al materiale messo a disposizione degli animali per i loro bagni di sabbia, per contrastare pulci e pidocchi pollini.
Inoltre la terra di diatomee può essere sparsa sulle pareti del pollaio e sulla lettiera, per combattere la presenza del famigerato acaro rosso o dermanisso, un minuscolo acaro ematofago (succhiatore di sangue) che può letteralmente vampirizzare alcuni pollai e che può esplodere demograficamente proprio nei mesi estivi.

Spargimento della terra di diatomee all’interno del pollaio

Infine, alcuni sostengono che la terra di diatomee, somministrata assieme al mangime, possa risultare efficace anche sui parassiti intestinali, favorendo l’aumento di peso nei polli e l’aumento della fetazione (deposizione delle uova) nelle galline. Sembra inoltre che possa favorire la produzione di uova con guscio più spesso e robusto.

Tutto oro ciò quello che luccica, quindi? Non proprio.

In verità, la terra di diatomee grezza può causare una grave malattia, la silicosi, dovuta alle lacerazioni e irritazioni che la silice produce a livello dei polmoni.

Nella terra di diatomee alimentare questo problema è certamente molto meno presente, ma comunque l’esposizione prolungata nel tempo può dare problemi a mucose e apparato respiratorio, tanto nelle persone quanto negli animali.

Inoltre, la terra di diatomee non è un insetticida selettivo, e se usata in maniera scorretta può rivelarsi fatale non solamente per gli ectoparassiti dei polli ma anche per numerosi insetti utili. Non va mai utilizzata quindi in maniera acritica, come insetticida generico, né in giardino, né in orto, né in casa.

In realtà non è nemmeno scientificamente comprovata la sua efficacia come farmaco antielmintico nella lotta ai parassiti intestinali: essendo fortemente igroscopica, la silice infatti assorbe acqua nel primo tratto del tubo gastrointestinale e diventa assai poco efficace contro vermi e altri parassiti a livello intestinale. Solo con l’uso prolungato nel tempo parrebbe (ma il condizionale è d’obbligo in mancanza di dati certi) che essa possa dare qualche risultato apprezzabile.

La terra di diatomee risulta quindi un composto certamente utilizzabile in avicoltura, ma con risultati non sempre all’altezza delle aspettative e soprattutto richiede alcune precauzioni.

Ricordate di non usarla mai sugli animali o sulle pareti del pollaio senza indossare una mascherina e possibilmente degli occhiali protettivi.
Evitate inoltre trattamenti prolungati nel tempo, che potrebbero causare ai vostri animali danni alle vie respiratorie, e valutate anche altri metodi di contrasto ai parassiti esterni e interni. Abbiate qualche attenzione in più, e i vostri amici alati vi ringrazieranno.

Andrea Mangoni

Andrea Mangoni, zoologo, fotografo e divulgatore, dal 2006 si occupa dello studio e della ricerca storica riguardanti le razze avicole italiane. Alleva e seleziona la Gallina di Polverara e collabora con altri allevatori alla selezione di altre razze venete. Dal 2016 collabora con la ditta Novital nella gestione dei social media, curandone l'aspetto divulgativo. Pagina Novital: https://www.facebook.com/Novital.Italia/

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