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Pseudopeste aviare (Malattia di Newcastle): come vaccinare le galline

La Paramixovirosi, o Pseudopeste aviare, è una malattia virale conosciuta ormai da molti anni, che può infettare fino a 200 specie di uccelli.

Tra queste specie ricordiamo le galline, le diverse specie di quaglie, i piccioni e i colombi, le faraone e probabilmente, anche se vi sono poche segnalazioni, tutti i galliformi che noi alleviamo. Anche tra i piccoli uccelli da gabbia come canarini, fringillidi, pappagalli ed esotici sono segnalati fenomeni di infezione.

Si conoscono 9 sierotipi dello stesso Paramixovirus (PMV 1-9). Sierotipo, in termini più semplici, significa che il virus responsabile della malattia può essere uno dei componenti di una famiglia molto numerosa, nella quale ci sono tanti “fratelli” molto simili tra loro, ma non proprio identici. Quindi ognuno di questi “virus fratelli” avrà un comportamento simile a quello degli altri, ma non uguale.
Essendo i “virus fratelli” così affini tra loro, sembra che la vaccinazione consigliata in questo articolo riesca a proteggere da tutte le infezioni messe in atto dal “clan dei Paramixovirus”.

I sintomi della Paramixovirosi sono molto eterogenei, potendo variare dalla classica forma neurologica (collo torto, testa girata, barcollamenti, paralisi, ecc.), ad una forma respiratoria, fino alla diarrea transitoria. Possono essere mortali o decorrere senza che l’allevatore se ne accorga.

La malattia è stata meglio studiata nel pollo domestico, dove prende il nome di “Malattia di Newcastle”. Nelle altre specie di uccelli è stata definita Pseudopeste o semplicemente Paramixovirosi.

Pseudopeste aviare (Malattia di Newcastle): come si contagiano i nostri animali?

La via di trasmissione può essere sia inalatoria (per via aerea) sia oro-fecale (attraverso le feci). Hanno maggiori probabilità di contagio gli animali che vivono all’aperto; per quelli che vivono in casa, questa probabilità aumenta in occasione delle mostre-fiere e di cessione ad altro allevatore.
Negli animali che vivono in voliere esterne il contatto con feci, muco, penne di uccelli selvatici o migratori rappresenta un forte rischio di infezione.

I diversi sierotipi del Paramixovirus hanno delle preferenze sia per la specie aviare da contagiare, sia per l’organo del corpo da aggredire.
Ad esempio, il PMV-1 preferisce gli uccelli da reddito; il PMV-2 e PMV-3 sia tacchini e polli, che passeriformi e psittacidi; il PMV-5 solo i pappagallini ondulati.
Il PMV-3 è una virosi molto presente e sotto diagnosticata nei fringillidi come nei parrocchetti, e si manifesta con congiuntiviti, difficoltà respiratorie, feci indigerite, torcicollo e paralisi.

Come preferenza di organi (organotropismo) la malattia può infettare:

  • il sistema nervoso, dando sintomi neurologici: animali che perdono l’equilibrio, girano la testa verso l’alto come se guardassero il cielo, rotolano su se stessi, presentano paralisi, non riescono più a mangiare e bere da soli. La mortalità in questo caso è altissima.
  • il sistema respiratorio, dando difficoltà nella respirazione; a volte appare associata ai sintomi neurologici, altre volte in forma lieve o difficilmente distinguibile come spesso si verifica nei fringillidi.
  • l’intestino, dando forme diarroiche a volte molto gravi, con emorragie sulla parete intestinale, altre volte solo con lieve riduzione della consistenza delle deiezioni.

Proprio per il motivo che questa famiglia dei Paramixovirus si è specializzata per diverse specie e organi diversi, la diagnosi corretta deve essere laboratoriale. Sulla scorta di un sospetto clinico, il veterinario esperto in patologia aviare indirizzerà dei campioni al laboratorio perché possa confermare la diagnosi.

Come per la gran parte dei virus, non esiste una cura realmente efficace e quindi l’animale malato è un soggetto che nelle forme gravi è spesso destinato a soccombere. Questa malattia è denunciabile alle autorità sanitarie.

Per tutti questi motivi risulta fondamentale PREVENIRE questa infezione, perché quando compare, la situazione diventa di difficile gestione.

Nel video sottostante una gallina colpita da Pseudopeste aviarie (Malattia di Newcastle) che mostra sintomi neurologici.
(Attenzione, immagini forti che possono urtare la sensibilità.)

Come prevenire la Pseudopeste aviare (Malattia di Newcastle) nelle galline

I cardini della prevenzione della Pseudopeste aviare (Malattia di Newcastle) sono:

  • isolamento dei propri soggetti, per quanto possibile, da uccelli selvatici;
  • quarantena scrupolosa in locali separati dall’allevamento di tutti i nuovi arrivi e dei soggetti che sono usciti dall’allevamento per mostre e fiere;
  • la vaccinazione di tutti i soggetti dell’allevamento.

La vaccinazione per la Pseudopeste aviare (Malattia di Newcastle)

La vaccinazione contro la Pseudopeste aviare è due tipi: iniettabile o per instillazione oculo-congiuntivale.

Quella iniettabile, al pari di tutti i vaccini, consiste nella iniezione sottocutanea e induce una risposta anticorpale sistemica (ovvero l’animale produce anticorpi che impediscono di sviluppare l’infezione).
La vaccinazione oculo-congiuntivale consiste invece nel lasciare gocciolare il vaccino negli occhi (o nel naso) degli uccelli, e stimola una risposta anticorpale solo locale, nelle potenziali vie di ingresso del virus (bocca e naso). Le vaccinazioni oculo-congiuntivali vengono anche messe nell’acqua da bere o spruzzate sulla testa degli animali, nel caso in cui la loro manipolazione sia troppo stressante.
Le due vaccinazioni possono anche essere alternate e fatte entrambe.

Esempio di vaccinazione oculo-congiuntivale

Prima di accingersi a vaccinare gli animali tramite aerosol, bisogna premurarsi di indossare dei guanti in lattice e di coprirsi naso e bocca con una mascherina. Chi non porta gli occhiali può indossarne un paio, anche solo da sole, per proteggere gli occhi dalle goccioline di vaccino nebulizzate.
Gli animali vanno bagnati facendo attenzione che il prodotto arrivi specialmente in testa, sugli occhi e sul becco. In realtà le operazioni di pulizia del piumaggio messe in atto dal volatile sono già sufficienti per il successo della profilassi.
Il vaccino va somministrato sotto forma di pioggerellina fine.

La vaccinazione va fatta appena terminata la muta, infatti il maggiore rischio di infezione si ha proprio durante i mesi invernali e durante le migrazioni degli uccelli selvatici, serbatoio dell’infezione.

Dopo la prima somministrazione, la vaccinazione va ripetuta una seconda volta a distanza di 2-3 settimane. E’ importantissimo richiamare questa vaccinazione ogni anno in tutte le specie di uccelli ornamentali.

La vaccinazione per la Pseudopeste aviare (Malattia di Newcastle) è obbligatoria in alcune esposizioni e per alcune specie in particolare, come quaglie e colini. Può diventare altresì obbligatoria per tutti i volatili in alcune regioni italiane in caso di epidemia nel pollame di allevamento.

Conviene vaccinare sempre gli animali 2 settimane prima delle mostre e compilare il Mod. 4 di autocertificazione da portare con sé al momento dell’ingabbio.
(Per saperne di più su come preparare galli e galline a mostre ed fiere ti consigliamo la lettura di questo pratico e dettagliato articolo: Come si preparano galli e galline per le mostre.)

Per la prescrizione del vaccino e per tutti i consigli sul piano vaccinale è fondamentale rivolgersi ad un veterinario con specifiche competenze nell’ambito della patologia aviare degli uccelli ornamentali.

Diego Cattarossi

DVM, PhD, Veterinario accreditato Fnovi per la cura degli animali esotici. Direttore sanitario della Clinica Veterinaria "Casale sul Sile", si occupa di animali esotici come roditori e piccoli mammiferi, uccelli, rettili, pesci, anfibi e, naturalmente, galline e altri avicoli. Clinica Veterinaria “Casale sul Sile” Via Massiego, 4 – 31032 Casale sul Sile (Treviso) Tel: 0422/820468

View Comments

  • Buongiorno. volevo precisare che, da un po' di tempo a questa parte, hanno complicato molto la vita dei piccoli allevatori. I vaccini si trovano solo in confezioni da moltissime dosi, in pratica per gli allevamenti industriali. Chi ha 50/100 galline deve "elemosinare" una piccola confezione da 1000 dosi (prima si poteva trovare anche quella da 50 dosi e i farmacisti te la davano senza troppe storie).
    Lo scopo è scoraggiare i piccoli allevatori???
    Comunque nell'articolo non ho trovato risposta a queste mie domande:
    1) nel caso io individui un soggetto con chiari sintomi di pseudopeste cosa posso fare?
    2) se il soggetto supera la malattia potrebbe essere portatore per le generazioni future?
    Ringrazio e porgo cordiali saluti.
    Maria Grazia Di Gennaro

    • Buonasera Maria Grazia, i soggetti con sintomi vanno immediatamente isolati; superare una malattia di origine virale non implica in alcun modo una ripercussione a livello genetico. Un cordiale saluto.

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Tags: scienza

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