Galline, Pollai e Uova nella storia e cultura

Gallo miglioratore: un’operazione tra storia e mito

La gallina livornese, sin dalla seconda metà del 1800, fu sempre molto apprezzata in America (dove era conosciuta con il nome Leghorn), per la sua elevata deposizione di uova (anche 300 all’anno) dal caratteristico guscio bianco.
Il tuorlo ha un’ottima struttura proteica, che rappresenta un valore aggiunto per la preparazione casalinga o artigianale di alcune ricette con le uova come la crema pasticcera, alcuni dolci e la classica pasta all’uovo fatta in casa.

Paradossalmente le qualità ovaiole della gallina livornese incominciarono ad essere conosciute ed apprezzate in Italia solo più tardi (il famoso detto “nessuno è profeta in patria” vale evidentemente anche per i polli), grazie proprio a quell’operazione che prese il nome di  “gallo miglioratore”.

Gallo miglioratore: un’operazione tra storia e mito

Negli anni Trenta il Ministero Italiano dell’Agricoltura era fortemente impegnato a migliorare sia le produzioni agricole sia gli allevamenti, al fine di raggiungere l’autosufficienza nazionale nei consumi dei prodotti alimentari.

Uno degli obiettivi riguardava l’incremento della produzione di uova. A tal fine il Ministro dispose un’ampia ricerca su tutto il territorio nazionale coinvolgendo i consorzi agrari provinciali e le cattedre ambulanti di agricoltura.
La ricerca aveva il preciso scopo di individuare la razza avicola italiana che in un dato periodo deponesse il maggior numero d’uova.

La ricerca della razza più produttiva

Gli esperti ministeriali di statistica, in collaborazione con i docenti delle cattedre ambulanti di agricoltura, provvidero a fare il campionamento dei pollai delle diverse razze avicole da tenere sotto osservazione.

Dall’elaborazione dei dati raccolti provenienti da tutti i pollai campionati, emerse in modo chiaro che la gallina livornese superava tutte le altre razze nella deposizione delle uova.
In base a questi risultati il Ministero diede l’avvio a quella che venne denominata ”operazione gallo miglioratore”, disponendo l’invio di un congruo numero di galli livornesi di piumaggio bianco, denominati appunto galli miglioratori, ad ogni consorzio agricolo italiano, affinché fossero distribuiti in tutti gli allevamenti rurali d’Italia.

L’obiettivo di tale operazione era appunto quello di migliorare la capacità di deposizione delle uova delle galline che sarebbero nate da questo incrocio.

Il prefetto di Livorno, orgoglioso per il risultato della ricerca e la conseguente disposizione ministeriale, si attivò immediatamente per organizzare e programmare l’operazione in modo preciso, quasi in stile militare.

Convocò il direttore del consorzio agrario provinciale e il direttore della cattedra ambulante di agricoltura di Livorno e diede loro tassative disposizioni affinché con le loro strutture, in collaborazione con i veterinari provinciali, provvedessero a selezionare ed ad “arruolare” quei galli che, per età e struttura fisica, fossero risultati i più validi ad assolvere quell’importante compito, che avrebbe messo in gioco l’amor proprio livornese nei confronti di tutta la nazione.

Tutta l’operazione durò molti mesi. Ogni Comune del territorio livornese voleva essere degnamente rappresentato con un numero significativo di propri esemplari nell’operazione “gallo miglioratore”.

Pollaio con galline meticce e in primo piano il gallo livorno bianco “miglioratore”, che veniva distribuito dai pollai provinciali per aumentare la fecondità del pollame rurale.
(Foto dell’utente Pierins postata sul forum Cocincina a questo link)

La partenza e la consegna dei primi “galli miglioratori”

La partenza dei primi 360 galli miglioratori dalla stazione ferroviaria San Marco alla volta dei consorzi agrari dell’Emilia, rappresentò un evento dall’elevato significato simbolico. Pertanto fu organizzata una cerimonia in pompa magna alla presenza del rappresentante del Ministro, del Prefetto e di varie autorità cittadine e dei rappresentanti di tutti i Comuni della Provincia, dai cui territori provenivano i galli miglioratori in partenza.

Tutte le autorità non mancarono di tenere gli immancabili discorsi per esaltare i meriti del Ministero, dei consorzi agrari, della cattedra ambulante d’agricoltura e le capacità degli allevatori livornesi insieme alle virtù dei loro galli.

La banda cittadina allietò la grande cerimonia, alternando motivetti allegri e campestri con altri di tono più marziale. Un funzionario zelante aveva addirittura avanzato la proposta di far benedire la partenza dei galli miglioratori dal vescovo, o almeno da un monsignore, ma gli uffici della diocesi bocciarono l’idea, ritenendo sconveniente questo connubio tra il sacro e il profano.

I galli partirono scortati dalla polizia ferroviaria con i responsabili del consorzio agrario di Livorno, incaricati di dar loro assistenza durante il viaggio.
Dopo l’arrivo dei galli livornesi ai consorzi provinciali emiliani, fu organizzata, sotto l’attenta supervisione del direttore della locale cattedra ambulante di agricoltura, la distribuzione degli animali alle responsabili della gestione degli allevamenti rurali (incombenza, a quel tempo, esclusivamente femminile o quasi) di tutta la provincia di competenza.

Anche la consegna dei galli fu effettuata con una significativa cerimonia pubblica con tanto di foto delle donne con in braccio il magnifico gallo livornese bianco appena ricevuto (vedi foto sottostante).
L’operazione “gallo miglioratore” durò molto tempo per raggiungere tutte le provincia d’Italia.

Trascorso un anno dalle prime consegne, il Ministero dispose una nuova misurazione quantitativa delle uova deposte nei pollai presi come campione.
In attesa di conoscere i risultati le autorità di Livorno trattenevano il fiato e cercavano di avere qualche anticipazione dai funzionari ministeriali che però non si sbottonavano.

Finalmente arrivò la comunicazione ufficiale: l’operazione “gallo miglioratore” aveva avuto un successo oltre ogni aspettativa!

La produzione di uova delle prime “figlie” dei galli livornesi era incrementata addirittura del 51,4 %. In prefettura e alla cattedra d’agricoltura di Livorno brindarono a questo successo, fieri d’aver pienamente assolto il compito assegnato e orgogliosi per il fatto che da quel momento in poi tutti i polli degli allevamenti rurali d’Italia avrebbero avuto nel loro DNA tracce dei galli livornesi.

Giuseppe Chionetti

Segretario dell’Associazione Tutela e Valorizzazione della Gallina Livornese e del Club Italiano Razza Livorno.

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  • Bellissimo e interessantissimo articolo sulla nostra tradizione, scritto da un grande amico!!!!!!

    • E' proprio vero, fa rivivere quegli anni e quell'evento in maniera coinvolgente e anche con un po' di ironia, che non guasta mai! :)
      Complimenti a Giuseppe! Ciao!!

  • È una storia davvero avvincente e di successo, oltretutto raccontata molto bene! Grazie, ci hai fatto divertire molto!

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