San Felice: pollaio e orto un esempio vincente di inclusione sociale | Tuttosullegalline.it
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Il progetto “L’orto e l’aia”, nel Borgo di San Felice (Castelnuovo Berardenga, Siena), è certamente annoverabile tra le best practices dei progetti di inclusione e di partecipazione sociale in ambito agricolo.

I ragazzi con disabilità e gli anziani volontari del territorio collaborano infatti insieme occupandosi di un orto e di un pollaio, mantenendo in vita la tradizione agricola del territorio senese, riuscendo così a produrre ortaggi e uova utilizzati dallo chef del ristorante Poggio Rosso del Relais & Châteaux Borgo San Felice, di proprietà del Gruppo Allianz.

Ragazzi, anziani del territorio, galline, chef, clienti della struttura alberghiera hanno in tal modo dato vita ad un ciclo produttivo felice in un contesto di agricoltura sociale.

È anche grazie ad un Bando di Agricoltura Sociale della Regione Toscana, che la Fondazione Allianz UMANA MENTE e l’Agricola San Felice hanno dato avvio a questo progetto nel 2013.

In una prima fase è stato realizzato l’orto, dove vengono coltivate erbe aromatiche e ortaggi secondo il principio della stagionalità, e in una seconda è stato costruito il pollaioche si estende su ben 500 mq di terreno, dove sono ospitate circa 40 galline ovaiole, libere di razzolare, ognuna con il suo nome. Le razze avicole ospitate sono sia di tipo rustico italiano come la gallina Livornese, l’Ancona e la Padovana, sia di altro tipo come ad esempio la Moroseta; sono 6 i ragazzi con disabilità impegnati nel progetto, con il compito di occuparsi con grande attenzione della pulizia del pollaio, della cura degli animali e della raccolta delle uova deposte.

L’allevamento e la cura di questi animali coinvolge molto i ragazzi che, dalla vicinanza con questi animali, traggono soddisfazioni, gratificazioni ed emozioni positive.

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Il progetto “L’orto e l’aia nel Borgo”

Un gallo tra il rosmarino del Borgo San Felice.
Uno splendido gallo tra il rosmarino del Borgo San Felice.

Sonia Belluardo è la referente educativa del progetto ed evidenzia che il successo dello stesso consiste nel coinvolgimento di una pluralità di soggetti e in un concreto scambio intergenerazionale: un progetto di welfare comunitario territoriale.

Dopo la fase di allestimento iniziale, che ha visto impegnati gli agronomi e gli operai di dell’Agricola San Felice, la gestione dell’orto è stata affidata ai ragazzi con disabilità e agli anziani volontari del territorio, che sono stati coinvolti nel progetto anche grazie alla collaborazione con il Comune di Castelnuovo Berardenga.

Ottimi i risultati raggiunti, in particolar modo su due fronti:

  • quello dell’inclusione tra generazioni diverse e della soddisfazione personale dei ragazzi (che hanno appreso e contribuito) e degli anziani volontari (che hanno condiviso la loro esperienza);
  • quello della domanda di prodotti genuini, frutto del lavoro dei ragazzi e degli anziani (infatti, non solo riforniscono il ristorante del Relais & Châteaux Borgo San Felice, ma sono primizie richiestissime anche nella filiera locale; dai residenti della zona agli stessi dipendenti dell’Agricola San Felice).
Sonia Belluardo e alcuni dei ragazzi partecipanti al progetto L'orto e l'aia
Sonia Belluardo e alcuni dei ragazzi partecipanti al progetto “L’orto e l’aia”.

Grazie al progetto “L’orto e l’aia nel Borgo” i ragazzi con disabilità possono imparare il “mestiere della terra” ed essere coinvolti in un recupero di conoscenza della tradizione contadina del territorio, grazie agli insegnamenti dei loro “anziani maestri”.

L'area adibita alla coltivazione delle piante aromatiche
L’area adibita alla coltivazione delle piante aromatiche.
L'orto
L’orto.
Il pollaio ("l'aia" del progetto) con le tante galline di razze avicole differenti
Il pollaio (“l’aia” del progetto).
Un esemplare di gallina di razza Moroseta
Un esemplare di gallina di razza Moroseta.

Inoltre, nel progetto sono coinvolte le scuole del territorio, che prendono parte a specifiche giornate didattiche sia presso l’orto che presso il pollaio.

Lo spirito educativo del progetto è legato all’idea centrale di riavvicinamento alla terra, intesa come “maestra di pazienza e di sapienza”; riportando le parole del noto stilista e interior designer Erasmo Figini: “Educare al rapporto con la realtà, educando al rapporto con la terra” e al rapporto con gli animali.

Relais & Châteaux Borgo San Felice e Agricola San Felice

Borgo San Felice, Siena
Vista aerea del Borgo San Felice

San Felice è un antico villaggio toscano in pietra di epoca medievale situato nel cuore del Chianti e trasformato in un albergo diffuso, Borgo San Felice, dopo un lungo restauro conservativo, grazie all’intervento del Gruppo Allianz.

Dal 1992, un anno dopo la sua apertura, fa parte della catena Relais & Châteaux, unico nel territorio del Chianti Classico.

E’ aperto ai visitatori esterni e ai residenti del territorio.

All’interno del villaggio ha sede l’Agricola San Felice, storica azienda vinicola toscana che oggi si articola su tre tenute, per un totale di 210 ettari vitati: San Felice a Castelnuovo Berardenga, Campogiovanni a Montalcino e Perolla nella Maremma toscana.

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